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BUONI A NULLA di Gianni Di Gregorio (2014)

Creato il 24 ottobre 2014 da Ifilms
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Scritto da Simone Soranna
Categoria principale: Le nostre recensioni
Pubblicato: 24 Ottobre 2014
Gianni di Gregorio  

buoni a nullaLa parabola cinematografica di Gianni Di Gregorio ha dell’incredibile. Esordire alla regia all’età di sessant’anni con una delle commedie più originali e frizzanti degli ultimi tempi (Pranzo di Ferragosto) e arrivare oggi, dopo cinque anni, alla terza opera cercando di proporre in scena lo stesso personaggio (uno “pseudo” se stesso) alle prese con i temi più scottanti degli anni a venire.

Se infatti il primo Gianni era circondato da simpatiche nonnine e il secondo (Gianni e le donne) iniziava ad affrontare in prima persona i problemi legati all’età, quest’ultimo si vede, come molti italiani, costretto a dover lavorare  tre anni in più rispetto a quanto in realtà gli spetterebbe per l’ambita pensione.

 

Le carte in tavola sono interessanti, la bravura del regista è quella di essere riuscito ancora una volta a proporre un personaggio semplice, genuino e divertente, ma è il resto della cornice che non funziona a dovere.

Buoni a nulla infatti introduce la vicenda e le sue pedine in una prima parte leggera ma accattivante per poi però deragliare nella seconda e sprofondare in un finale davvero mal riuscito. I temi e i problemi messi in evidenza vengono risolti e trattati in maniera superficiale lavorando soprattutto per stereotipi che, se da un lato servono a caricaturare i protagonisti per renderli ancora più buffi del dovuto, dall’altro non sono all’altezza delle riflessioni importanti di cui il film prova a farsi voce.

Più che altro, sembra che la pellicola ricada proprio nello stesso errore che cerca di denunciare. Di Gregorio infatti vuole sollecitare tutti noi a smettere di essere domati, a smettere di farci maltrattare dai nostri superiori, a smettere di farci trattare come dei buoni a nulla, per l’appunto. Eppure, proprio quando l’opera dovrebbe infervorarsi un po’ di più per attaccare in maniera satirica e più cinica i responsabili della questione, sembra che il buonismo abbia la meglio creando così un controsenso piuttosto fuori luogo.

Voto: 2/4

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