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buono come la gomma pane

Creato il 31 agosto 2014 da Plus1gmt

Io che sono notoriamente un cane nelle arti figurative, con tutto il rispetto per i cani, manifesto da sempre una predisposizione per gli articoli di cancelleria e gli strumenti ad esse preposti. A partire da quei manichini in legno usati a modello del corpo umano e delle sue parti tutti articolati, che poi si possono vedere ritratti in certi dipinti di De Chirico. Si trovano spesso nei book shop delle gallerie d’arte e dei musei e ogni volta devo mettere a freno la tentazione, considerando che poi non saprei che farmene. Per non parlare delle confezioni di matite colorate o tubetti di tempere: mi fermo con la bava alla bocca davanti alle vetrine dei negozi quando le mettono in mostra con le loro nuance perfette e ammiccanti. Poi ci sono tutti quegli articoli inutili, se non per soddisfare più sensi contemporaneamente, della cui imprescindibilità i figli convincevano i genitori con l’assicurazione di un miglior rendimento scolastico. Ci si riempiva l’astuccio di inchiostri profumati, gomme dalle fogge e tinte più improbabili che poi alla fine mica si usavano, con tutte le macchie che lasciavano sui fogli. Eppure ogni scusa era buona per buttare via i soldi dal cartolaio. Mia figlia da piccola aveva ricevuto in regalo un set di pennarelli bellissimi, ogni colore associato a un’essenza di frutta, e non vi dico quanto piaceva usarli anche a me. L’idea è vincente perché vista e olfatto, uniti alla morbidezza della punta, aumentavano l’esperienza d’uso arricchendo non solo il risultato finale ma le fasi intermedie. Quelli più buoni sono finiti subito, ovvio. Una analoga associazione sinestesica era offerta dalla gomma pane, la cui funzione mi sfuggiva ma che mi induceva a un continuo pastrugnamento con le dita durante le ore di lezione, una specie di oggetto anti-stress ante litteram e molto più della plastilina, del pongo o della pasta di sale. Mi sono sempre chiesto se qualcuno a un certo punto non ce l’ha più fatta e le ha tirato un morso, perché tante volte l’avrei voluto fare io. Anzi, se qualcuno di voi ha mai provato a masticarla e a mandarne giù un pezzetto, vi prego di condividere con me la sua esperienza. Sempre che sia sopravvissuto.



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