Burgato - Tulissi: perché le indagini funzionano a Lignano e fanno fiasco a Manzano?

Due titoli campeggiavano sulla prima pagina del giornale locale - Messaggero Veneto - stamattina. Due gialli giudiziari dalla dinamica simile ma dagli esiti completamente opposti. Quello dei coniugi Borgato, vendicati a Lignano da una tempestiva scoperta dei loro assassini cubani  - i fratelli Lisandra e Reiver Rico - e quello più remoto di Tatiana Tulissi, trovata senza vita per mano di una persona ancora sconosciuta nella villa del convivente a Manzano, il tardo pomeriggio dell'11 novembre 2008. Vicende giudiziarie finite diversamente - con successo l'una, con il rischio di un'archiviazione l'altra - ma entrambe accomunate dall'idea che si sia trattato di un tentativo di rapina seguito dalla precipitazione degli eventi.  I Burgato come i Calligaris. Famiglie benestanti, nel secondo caso diciamo anche ricche, ricchissime che hanno eletto la villa a propria dimora, diventando facile bersaglio di pericolose attenzioni. Tatiana Tulissi, compagna di Paolo Calligaris, erede di una florida azienda vinicola e nipote di quei Calligaris che imperano nel mercato della sedia, incontra il proprio assassino tra le 17.45 e le 18.30 nell'aia della villa che divide con il suo convivente nelle campagne di Manzano (poco fuori Udine).  E' sola. E' appena rincasata dal lavoro ed è uscita a far legna, confidando nelle sue capacità di donna pratica e indipendente. E' in quel frangente che viene aggredita dagli spari di una persona ignota che si è introdotta nella proprietà e dalla quale sembra aver cercato di scappare se non anche di difendersi, mettendo in pratica qualche mossa di karate.  Saranno il compagno Paolo e il di lui figlio Giacomo Calligaris - giunto in villa a bordo di un quad - a trovarla pochi minuti dopo, riversa davanti all'ingresso.  Dopo un lungo iter investigativo che si è concentrato sui due uomini e in seguito, grazie alle insistenze della famiglia Tulissi, prevalentemente su Giacomo ancora minorenne all'epoca dei fatti, senza risparmiare alcuna pista (dalla prova dello stub per rilevare eventuale polvere da sparo sulle mani poi risultata invece polvere proveniente dalla marmitta del quad, al sequestro dello stesso quad di Giacomo per rinvenire eventuali tracce di sangue sulle ruote, alla riapertura della bara della povera Tatiana per rintracciare eventuali frammenti di pelle dell'aggressore sotto le sue unghie) ora si è nuovamente punto e a capo e il caso rischia di restare una scatola vuota.  Eppure Manzano e Lignano non distano che 70 km l'una dall'altra. La Procura che indaga è sempre la stessa. I Ris sono passati su entrambe le scene del delitto. E a così poca distanza di tempo non credo possano esserci state grosse rivoluzioni nelle modalità investigative. Non tali almeno da giustificare un successo a Lignano e un insuccesso a Manzano. Eppure il "caso Tulissi", una potenziale rapina finita diversamente o un omicidio perpetrato per i più svariati motivi da una persona vicina alla vittima potrebbe restare insoluto per sempre. Perché? Forse perché mediaticamente meno clamoroso? Forse  perché avvenuto in campagna anziché in una prezzolata località di mare? Forse per la maggiore fortuna o furbizia del colpevole? O forse perché nel caso di Manzano sono stati commessi sin dall'inizio errori irrimediabili? Questo tuttavia significherebbe che esistono indagini di serie "a" e di serie "b" e altrettanto impietosamente verrebbe da dire delle vittime.    
Il caso Tulissi ottimamente ricostruito da Chi l'ha Visto?