Nonostante i disordini di natura economico-politica degli ultimi mesi, in Burkina Faso qualcosa si muove in questi giorni in positivo.
E il positivo riguarda il mondo delle donne.
Infatti il Fondo comune per le Pari opportunità, nel Paese degli "uomini giusti", ha erogato nel corso del 2010 un prestito del valore di un milione di dollari, che ha consentito di varare ben dodici progetti, tutti riguardanti l'imprenditoria femminile.
E' una bella notizia in quanto ciò significa offrire alle donne l'opportunità di acquisire una vera competenza professionale, quale che sia il settore in questione(sartoria-cucina-artigianato locale), di svolgere cioé un lavoro in proprio ben retribuito e di godere finalmente di un'effettiva emancipazione, lì dove finora la donna ha sempre e solo avuto un ruolo subalterno rispetto all'uomo.
Il Governo ha scelto di intraprendere questo percorso anche per contrastare le continue forme di violenza, che si sono registrate in passato e si registrano ancora, purtroppo, in certi contesti, specie poveri, verso il mondo femminile in genere.
A finanziare questi progetti si sono impegnati paesi quali la Danimarca, i Paesi Bassi, la Svezia, la Svizzera, l'Austria, il Canada; inoltre anche organismi come l'Unione economica e monetaria dell'Africa occidentale e naturalmente le Nazioni Unite.
Dispiace non vedere l'Italia, che pure, a livello di cooperazione, mantiene comunque ottimi rapporti con il Burkina Faso.
Ma sappiamo anche che politicamente la Cooperazione italiana quanto a fondi (per non parlare di una legge che urge essere rivista in toto ,da cima a fondo, perché vecchia come il cucco) è veramente al lumicino e questo ormai da parecchi anni.
In politica estera, infatti, i nostri Governi ultimamente, lo sappiamo, hanno privilegiato per l'estero quasi esclusivamente la spesa militare.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)