Burning Man, il festival dove ritrovare se se stessi nel deserto

Creato il 21 aprile 2013 da Sottobanco

Lascia tutto e tutti per 8 giorni, porta solo tanto cibo e tantissima acqua e non dimenticare di aprire la mente. Queste sono le premesse di Burning Man, il festival di arte, musica e autosufficienza che si tiene nel deserto del Nevada dal 1990.

Durante l’ultima settimana di Agosto infatti persone da tutto il mondo si ritrovano nel deserto Black Rock dove costruiscono dal nulla Black Rock City, una città temporanea che vive per 8 giorni al termine dei quali si brucia un enorme fantoccio, il Burning Man che da il nome all’evento.

La pianta della città è uguale dal 1998, quando venne creata da Rod Garret seguendo una pianta a cerchi concentrici dove ognuno si può accampare con i mezzi di cui dispone (dalle tende ai camper). Si crea così una città in cui si ha un vicinato e si possono trovare centinaia di zone tematiche che vanno dai corsi di salsa alle lezioni sul sesso che non fanno uso solo della teoria.

L’obiettivo principale è quello di fare arte, in tutti i modi. C’è chi realizza enormi installazioni, chi porta piante e fiori e crea mini foreste nel deserto e chi si diletta a meditare insieme a persone sconosciute, tanto si è tutti amici a Black Rock City.

In un ambiente così libertino non mancano però le regole.

La prima è il divieto di usare denaro. Infatti si baratta o si dona qualsiasi cosa, persino un consiglio in cambio di ciò che si vuole.

La seconda deriva dalla prima e obbliga tutti a portarsi ciò di cui si ha bisogno per una settimana di campeggio nel deserto: dalle attrezzature al cibo, all’acqua, ai teli per creare ombra attorno alla propria tenda, camper, capanna. Se i volontari che si trovano alle porte della città valutano un arrivato non autosufficiente possono persino respingerlo, facendogli perdere i 210 dollari di biglietto di ingresso.

La terza regola è leave no trace, ogni burner è infatti responsabile dei rifiuti che produce e deve quindi portarli con se al suo ritorno. I bagni ci sono, però.

E’ anche vietato l’utilizzo delle auto (a meno che non siano stato colorate o trasformate in opere d’arte) rendendo la bici lo strumento privilegiato per spostarsi.

 

Al di là delle regole a cui i burner aderiscono volentieri, a Black Rock City si può davvero fare ed essere ciò che si vuole scambiando esperienze e conoscienze con persone che non incontrerai mai più. Ma è per mantenere sempre viva la filosofia di questa città che è nata l’ultima regola: ogni persona che possiede strumenti per scattare foto o effettuare riprese deve registrarli all’entrata, l’organizzazione ha un grande controllo sulle immagini e sui video che tornano dal deserto tanto da “punire con la morte” i criminali.

Forse è proprio questa l’essenza dell’evento, quello che succede a Black Rock City rimane a Black Rock City. 

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 Luca Celani


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