Girato nel 1966, questo film cubano non è un titolo sconosciuto, anzi lo si potrebbe definire un classico, a leggere la famosa "storia del cinema mondiale" redatta da Georges Sadoul. Eppure, il film non è mai uscito in Italia. Il suo autore, morto nel 1996, ha anche raggiunto una certa notorietà nel nostro paese con un film come "Fragola e cioccolato", del 1994.
Commedia feroce e caricaturale allo stesso tempo, "La muerte de un burócrata" di Tomás Gutiérrez Alea racconta le vicissitudini di un uomo che non riesce ad ottenere il permesso per riesumare il corpo dello zio. Il morto è stato seppellito insieme al suo libretto di lavoro, indispensabile perché la vedova possa ottenere la pensione. Ne conseguirà il disseppellimento, fatto di notte ed illegalmente, al fine di poter rientrare in possesso del prezioso documento, ma anche l'impossibilità di poter rimettere il cadavere nella sua tomba, dal momento che non esiste un documento legale di esumazione. Ragion per cui, ufficialmente, il corpo non è mai uscito dalla tomba, quindi non può rientrarvi!
Questa la trama di un film che mette alla berlina un sistema burocratico, quello cubano, in grado di spingersi fino all'assurdo, e oltre. Ma anche un'opera tutta intessuta di un intero catalogo di citazioni e di omaggi al cinema comico americano. Harold Loyd e Buster Keaton, ma, soprattutto, Laurel & Hardy, ossequiati da tutta una serie di inseguimenti, e dalla zuffa generale nel cimitero. Non mancano scene oniriche e anticlericali (girate a rallentatore) che sembrano uscite da un film di Bunuél.
Una favola kafkiana, la si potrebbe definire, modellata intorno ad una cultura della morte, quella latina, che riesce a diventare anche fonte di comicità: lo scheletro di carta appeso allo specchietto retrovisore del carro funebre, il cane che esce dal cimitero con un osso in bocca, gli avvoltoi che si riuniscono intorno alla bara, il bambino che canta "Happy Birthday" davanti ai quattro ceri accesi che circondano la cassa da morto.