L'incompiuto, o meglio compiuto ma non funzionante. Ovvero l'acquedotto è finito ma io suoi potenziali utenti continuano a prelevare l'acqua dai pozzi o a rifornirsi con le taniche, con buona pace della spending review poiché in questo caso non ci sono giustificazioni per via delle casse vuote. Infatti l'opera è terminata e pagata. Ma qui a Modigliana, non molto lontano dalla capitale italiana del turismo estivo, i vacanzieri possono abbandonare per qualche ora la spiaggia per venire a visitare questo esempio di cattedrale nel deserto. Una tipica storia italiana, in cui la burocrazia e il rimpallo delle competenze rende da sei anni inoperoso un a infrastruttura a suo tempo tanto reclamata dagli abitanti della zona che anche l'Unione Europea la collocò tra le opere prioritarie da finanziare e concesse buona parete dei fondi necessari. Chissà cosa succederebbe se un ispettore europeo venisse ora a verificare i frutti di quell'investimento. E dire che si erano riempiti fior di dossier per spiegare che per evitare l' abbandono di tre frazioni montane, coi conseguenti problemi di dissesto idrogeologico, era necessario garantire a queste famiglie l'approvvigionamento idrico. Insomma, va bene continuare a coltivare la terra e non farsi calamitare dal business turistico, però occorre vi siano sufficienti condizioni di abitabilità.
"L'intervento pubblico in queste situazioni è quasi sempre schizofrenico- dice il geologo Luca Martinelli - per risparmiare non ci fa prevenzione, e alla prevenzione vanno ricondotti pure gli incentivi per evitare l'abbandono delle terre, poi sotto i colpi dell'emergenza si interviene spendendo di più senza ottenere risultati risolutivi".
In questo caso i soldi sono stati spesi, si sono messi insieme lo Stato,la Regione, il Comune e soprattutto l'Unione Europea. L'opera era prioritaria e urgente, progetto approvato, via coi cantieri, ruspe in azione e la consegna, come da contratto, dell'acquedotto, con tanto di taglio del nastro e di articoli soddisfatti sulla stampa locale: sei anni fa.
Tutto bene tranne un piccolo particolare: l'acqua non solo va prelevata e disinfettata, rendendola potabile, ma anche distribuita agli utenti, ovvero quando il giorno dell'inaugurazione è stato premuto il simbolico pulsante, l'acqua è arrivata nel quartier generale dell'acquedotto ma è rimasta ferma lì', Motivo: non c'erano gli allacciamenti, cioè le tubature per inviarla ai destinatari, alle case degli abitanti. Un pasticcio di competenze: chi doveva fare gli allacciamenti ? Secondo il Comune l'onere spettava (e spetta) a Hera, la multiutility che poi fatturerà l'acqua, la quale ribatte che l'investimento nelle condotte non la riguarda, essa vuole in consegna l'impianto del tutto funzionante, cioè con l'acqua che sgorga dai rubinetti. Una controversia che va avanti appunto da 6 anni. Nessuno mette mano al portafoglio, nessuno si assume la responsabilità della spesa, nessuno riesce a far fare a questa kafkiana vicenda di ordinaria burocrazia un passo avanti, mentre l'acquedotto rimane mestamente inattivo e con gli anni rischia di andare in malora.
C'è da stupirsi se a Modigliana i grillini sono diventati, alle ultime elezioni, il primo partito con quasi il 30 % dei voti ? I 5stelle dicono (com'è d'uso) che le colpe vanno equamente divise tra la destra e la sinistra, la vecchia amministrazione di destra ha lasciato alla nuova di sinistra l'acquedotto fantasma, rimasto tale anche dopo il cambiamento di colore del Comune, sembra proprio che l'acqua non ab bia colore.
Dice il sindaco, Claudio Samorì: "Sì, è una vecchia storia complessa e perfino dolorosa perché il Comune a suo tempo spese 800 mila euro per completare l'acquedotto senza poi riuscire a erogare l'acqua alle case delle famiglie residenti e a coloro che hanno nella zona la seconda casa. Stiamo lavorando da sei anni per sbloccare la faccenda ma c'è sempre un cavillo che lo impedisce, di recente abbiamo affidato la questione a uno studio legale sperando che risolva il problema. La gente ha ragione a protestare, l'acqua è un diritto".
E' quasi una resa da parte del sindaco. Sostiene che non può finanziare gli "ultimi tratti" perché non di competenza comunale e quindi potrebbe ritrovarsi nei guai, ma neppure Hera tira fuori i soldi. Tutto questo nonostante il costo dell'acqua negli ultimi 5 anni sia aumentato nella provincia di Forlì-Cesena del 34,6 %, un record a cui dovevano seguire investimenti importanti. Invece passata la festa gabbato lo santo. Quanto altro tempo passerà prima che la zona di Frati, Pappona e Bolognina possa gridare al "miracolo" dell'acqua ?
Alle amministrative Samorì e la sua lista di centrosinistra hanno ottenuto il 43,8 % dei voti, sconfiggendo il sindaco uscente, Luigi Bertelè (Udc-PRI-LegaNord) 32,19 % e Alba Maria Continelli Bacci (PDL) 23,96 %. I due oppositori hanno presentato in questi giorni l'ennesima interpellanza al sindaco: "abbiamo più volte sollecitato la soluzione del problema, chiediamo al sindaco di spiegare l'incredibile realtà di un acquedotto terminato e potenzialmente funzionante da più di 6 anni ma non ancora attivato".
Lo scorso anno ci fu quasi una rivolta per la siccità. Quest'estate andrà meglio grazie alle abbondanti piogge. Ma è una magra consolazione per la città che diede i natali a don Giovanni verità, il sacerdote ardente risorgimentale che salvò, nascondendolo, Giuseppe Garibaldi.