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Burocrazia: “Ho visto cose che… voi umani non potete neppure immaginare”.

Creato il 13 novembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di S. L. J.

Non è solo una frase estratta dal film “Blade Runner”. E’ anche, soprattutto, la realtà di quei posti che si chiamano “pubbliche amministrazioni” dove tutto dovrebbe funzionare, secondo i canoni della semplificazione amministrativa, e dove invece lo stesso “tutto” di rallenta, si incaglia e si arena invariabilmente contro quei grandi scogli che si chiamano “Gerarchia”, “Prosopopea” e “Presunzione” e che, insieme a tanti altri più piccoli, formano l’immenso Arcipelago di Farraginosità.

Eh si! Quando i grandi geni governativi hanno  concepito una pubblica amministrazione più snella, più funzionale e più attiva, non hanno pensato che prima delle regole (che comunque colpiscono solo i dipendenti “minori”) andavano cambiati i cervelli dei capitani di queste grandi navi che si chiamano Ministeri.

Navi che spesso vorrebbero navigare, solcare con coraggio anche mari sconosciuti e impetuosi, ma che nonostante il vento in poppa e ciurme di marinai bravi, preparati, efficaci ed efficienti (si, è vero, ce ne sono anche di imboscati in sentina, protetti dagli stessi capitani e purtroppo sono quelli che fanno più notizia), vedono la loro velatura immancabilmente ridotta, per viaggiare “al minimo” perché il capitano, che ha conquistato il suo grado andando a pietire favori a destra e sinistra per avere una nave tutta sua, sa perfino troppo bene di non essere in grado di governarla. E allora… che tutti obbediscano… e giù la testa!

Giù la testa… mi chiedo come si possa chinare la testa e chiudere occhi e orecchie, davanti alla cronaca diffusa  da grandi testate, dove per filo e per segno è stato (finalmente!) reso pubblico lo scandalo in cui sono implicati personaggi che ricoprono posti di responsabilità, ad altissimi livelli, e che nonostante numerosi avvisi di garanzia continuavano a imperversare nei palazzi ministeriali pensando di avere Dio come commesso? Continuavano, si… perché se la giustizia è talvolta fallace, stavolta ha colpito con una condanna a 3 anni e mezzo.

E’ dove la vogliamo lasciare la notizia di carriere facili, di lauree autocertificate, di incarichi dati a persone assolutamente impreparate a ricoprire posti di responsabilità, di nomine ottenute con favori, raccomandazioni e quant’altro?

Personaggi (o forse burattini, il termine sarebbe certamente più esatto) a cui piace tanto il grado gerarchico e il relativo stipendio, ma che non si prendono la briga nel modo più assoluto di far veleggiare la nave di cui sono alla guida, osando anche farlo con il vento contro, fidandosi della preparazione della ciurma, e rimettendosi invece ai capricci e alla superbia di chi, superiore a loro per grado e paranoicamente credendosi Giove, è sempre pronto a lanciar strali e scatenare tempeste.

Novelli Schettino che, pur di inchinarsi al potere e all’arroganza di chi li sovrasta (o li sovrastava ma ancora, per motivi più o meno oscuri, riesce a tenerli in pugno), costringono i marinai a manovre pericolosamente assurde, tuonando affinché si riduca la velocità, nonostante i nocchieri li avvisino che si rischia di perdere il vento e che, prima o poi, dovranno rendere conto della loro ignavia, della loro vigliaccheria e soprattutto della loro profonda ignoranza sulla navigazione.

Uno stato di sudditanza e schiavitù totale è quello che rende ancora la pubblica amministrazione qualcosa di profondamente lontano dai cittadini, nonostante tutte le belle parole dei governanti, nonostante tutte le chiacchiere prive di senso e fondamento di quella fascia dirigenziale che, adagiandosi mollemente sulla certezza della busta paga (tra l’altro ben grassa!), guarda con aria di sufficienza e insofferenza, lo stuolo di persone che da essa dipende, sorridendo loro con altezzosità e presunzione, incurante del fatto che la nave, prima o poi, totalmente priva di governo, finirà per naufragare e morire sul famoso Arcipelago di Farraginosità. Ma a quel punto sarà facile: la colpa sarà sempre dei marinai.

 



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