Ormai dopo nove mesi di contrasti interni, di guerra tra il nuovo governo e le opposizioni politiche con tanto di morti , di sparizioni e di feriti, per tacere dell'esodo massiccio di chi se l'è potuto permettere, l' Unione europea (UE) ha deciso da oggi di tagliare gli aiuti al Paese di Pierre Nkurunziza.
E questo avviene dopo che già in un precedente incontro , a dicembre, si era manifestata questa stessa volontà facendo ben presente che il nuovo governo del Burundi e l'elezione anticostituzionale per la terza volta di Nkurunziza contrastavano con il titolo 96 degli accordi di Cotonou (Benin).
Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Dopo il ritiro degli aiuti da parte di Stati Uniti, Belgio e Olanda, è adesso la volta certa dell'Unione europea(UE), che per il Paese di Nkurunziza rappresenta in assoluto il primo donatore con uno stanziamento di430 milioni di euro, che avrebbe dovuto erogare (se tutto fosse stato in regola ma non lo è) dal 2015 al 2020.
Si tenga presente che questa mossa dell'Unione europea (UE) equivale ad affamare letteralmente il Paese in quanto il Burundi dipende almeno al 50% dagli aiuti esterni per la sua modesta economia.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
