Magazine Viaggi

Bustina: la cultura è passata di moda?

Creato il 08 dicembre 2013 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra
Oggi sono andata al Coliseum a vedere il Flauto Magico di Mozart. È stato un pomeriggio denso di scoperte: non avevo mai visto un’opera di Mozart e non avevo mai visto un’opera al Colisseum (solo il balletto). Il  London Coliseum è il secondo teatro di Londra, ma nell’Olimpo dei teatri d’opera londinesi sta alla Royal Opera House come la stazione radio di musica classica BB3 sta a Classic FM: è la versione easy listening. Il che non è affatto una brutta cosa, soprattutto per chi come me di musica non è un esperto. Il fatto è che le produzioni dell’ENO (English National Opera, non Brian Eno) sono sempre cantate in inglese ed io essendo italiana mi sono sempre rifiutata di vedere Tosca o Rigoletto in una lingua che non fosse quella di Puccini o Verdi (lo so, questo apre tutta la questione dei doppiaggi dei film, magari ci faccio un altro post; e comunque Il Flauto Magico è in tedesco e allora non importa poi tanto...). Sempre all’avanguardia in termini di innovazione teatrale, bisogna dire però che raramente l'ENO raggiunge la qualita' della Royal Opera House.
Comunque. Tutto questo per dire che il teatro era pieno. Ogni volta che mi capita di andare a vedere qualche spettacolo - si tratti di opera, balletto, concerto, teatro o musical, i teatri sono sempre pieni. E se non sono al completo ci vanno vicino. Lo stesso vale per musei e gallerie che sono gratis, ma non tutti; certo non sono gratis le mostre che con una media di £14 a testa non scherzano. Ma basta fare un giro uno qualsiasi dei musei di Londra per toccare con mano una realtà viva e pulsante che non è solo della capitale, ma della Gran Bretagna in genere.
E questo è lontano mille miglia da quando ho visto in Novembre, durante il mio soggiorno bolognese quando il centro brulicava di gente in visita al Choccoshow mentre il bellissimo Museo della Storia di Bologna a Palazzo Pepoli era praticamente deserto. 'Dove sono tutti?' ho chiesto ad una "collega" gallery assistant bolognese. Mi ha guardato stralunata e mi ha risposto che era sempre così.
Allora è vero, mi chiedo io, quel che dice il sondaggio pubblicato dall'Unione Europea  sul consumo e la partecipazione culturale. Uno studio certo inesatto e incompleto, ma sufficiente a dare un assaggio della situazione culturale odierna nel continente. Comparando i risultati attuali con il precedente studio sull’attività culturale condotto nel 2007 (prima della crisi economica), è evidente che è in atto un calo generale dei consumi culturali in tutta l’Europa. Leggiamo meno libri "per mancanza di tempo" (l’Italia è poco avanti a Romania, Grecia e Portogallo, mentre siamo e indietro anni luce rispetto a Svezia, Paesi Bassi e Danimarca, dove rispettivamente il 90%, l’86% e l’82% degli intervistati leggono almeno un libro l’anno), ma continuamo ad andare al cinema; mentre sono davvero pochini (solo il 17% degli italiani) coloro a cui interessano la danza e l'opera, ancora considerati passatempi elitari e di nicchia. E se lo scarso interesse per queste descipline è giustificato anche dall’elevato costo dei biglietti degli spettacoli (io stessa non andavo praticamente mai a teatro quando abitavo a Bologna, per pigrizia o scarsa conoscenza della disponibilita' locale - in questo internet mi ha aperto gli orizzonti...) bisogna anche dire che la mancanza d’interesse espressa dal 55% degli italiani intervistati è alquanto sconcertante, soprattutto visto che l'opera l'abbiamo inventata noi. Ma niente paura che pare siamo particolarmente bravi ad usare internet “come strumento culturale”: leggiamo i giornali online, blog culturali, e scarichiamo musica. A questo punto la domanda sorge spontanea: visto che sono così in pochi a dedicarsi ad attività culturali, cosa fanno tutti gli altri?

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :