Checchè ne dicano i duri e puri alla Salvini, l'immigrazione è una risorsa importante ed un'opportunità di crescita economica per qualunque Paese, tranne il nostro, ovviamente. Ma, in fondo, cosa pretendere da una Nazione incapace, persino, di tenersi strette le sue menti migliori.
Non è un segreto e i dati lo confermano: gli emigranti italiani sono in crescita continua (in crescita del 20,7% nel 2013, rispetto all'anno precedente, secondo l'Istat) e l'immigrazione è in calo (meno 12,3%, sempre per il 2013). Flussi che, preoccupano non solo per la loro quantità, ma, soprattutto, per la loro qualità e varietà
A lasciare il nostro Paese, infatti, non sono solo i cervelloni della ricerca scientifica (la famosa e famigerata fuga dei cervelli), ma anche medici, ingegneri, insegnanti, artigiani.
Allo stesso modo, un lavoratore straniero (laureato o no) ci pensa due volte prima di venire in Italia, aspirando, invece, a raggiungere Londra, Berlino o New York (secondo l'OCSE siamo in fondo alla classifica, per fascino esercitato su laureati stranieri).
Un suicidio: come si può anche solo pensare, di poter far fare un salto di qualità alla società ed all'economia italiane, se, non solo non sappiamo attrarre le migliori menti estere, ma nemmeno trattenere in casa le nostre? E tenete presente che c'è chi, ovviamente, se ne approfitta di questa nostra politica miope.
Paesi come la Germania, al contrario di noi, non vedono l'ora di accogliere a braccia aperte il meglio dell'intellighenzia straniera, tanto da creare, ad esempio, un apposito sito internet (anche in lingua italiana, naturalmente), voluto dallo stesso Governo della Merkel, il cui scopo è quello di attirare e facilitare l'inserimento, nel mondo del lavoro tedesco, di professionisti stranieri.
Nella pagina riconoscimento professionale, infatti, è contenuta un'apposita guida (leggi, adempimenti burocratici, uffici da contattare) su come fare per ottenere il riconoscimento legale del proprio titolo di studio e poter, così, esercitare la propria professione in Germania.
Il sito, inoltre, contiene anche informazioni su come organizzarsi per il soggiorno e su come accedere al mercato del lavoro tedesco (c'è anche una pagina, in cui sono elencate le figure professionali più richieste del momento). Insomma, un vademecum, completo di tutto, che grida "vieni in Germania, caro lavoratore straniero e arricchisci il mio Paese".
E noi? Non solo abbiamo perso appeal, sia per i nostri connazionali che per gli stranieri, ma qualcuno, addirittura, ne fa un vanto. Come il Premier Renzi che, anzichè escogitare un modo per invertire la rotta, rilasciò un dichiarazione, a dir poco, ridicola: la fuga dei cervelli è un dono, che l'Italia fa al mondo.
Ottimo: buttiamo via la nostra ricchezza; qualcuno più intelligente provvederà a raccoglierla.
Danilo