Nonostante il ricorso presentato da Bwin.party contro la decisione del regolatore belga di inserire il colosso del gaming online nella black list dei siti di gambling online illegali, bwin.be non riceverà la licenza per operare nel paese.
A far compagnia al dominio Bwin.party altri 30 siti, bannati dalla BGC e giocare sui quali viene considerato reato penale e punibile con multe fino a 25.000 euro.
La Belgium Gaming Commission ha stabilito che la richiesta della licenza per offrire il servizio di poker online nel paese possono essere presentate solo da societa’ locali , clausola che obbliga gli operatori internazionali a concludere accordi di joint venture con società che già godono della licenza.
Bwin.party ha presentato ricorso sostenendo che le condizioni violano il diritto del libero mercato europeo e la Costituzione belga. In passato altre società hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale del paese, respinto dalla stessa sostenendo che i requisiti erano legittimi e in linea con la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea.
Nonostante le direttive della EU tese a rendere l’Unione Europea un mercato libero, dinamico e forse il più competitivo del mondo, gli interessi nazionali e la mancanza di uno strumento di controllo dell’effettiva applicazione, rende l’intenzione originale un buon proposito il cui rispetto è lasciato alla volonta’ dei singoli Stati membri.
Anche il settore del gambling online rivela l’opportunità della UE di lavorare verso una unione legislativa, fiscale e di politiche economiche che concretizzi il sogno partito con l’unione monetaria.
Gli enti regolatori dei 3 mercati del poker online legale europei stanno intrattenendo colloqui per trovare una via di integrazione dei rispettivi mercati in risposta alla crisi che rischia di provocare una lunga stagnazione del gambling online.