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Bye Bye, Berlin

Da Trentinowine
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orso-berlinalewebSiamo stati facili profeti – ma era davvero facile esserlo – quando su questo blog ironizzammo, era un anno fa, circa le velleità eno-cinematografiche dell’assessorato di via Romagnosi e ricordammo all’assessore Mellarini che “Berlino fa solo rima con Trentino (e con Marzemino). Per il resto è tutta un’altra storia”.

Quello che doveva essere il capolavoro destinato a proiettare nel mondo del cinema colto l’immagine enologica del Trentino, il film Vinodentro, produzione finanziata a larghe mani dalla Trentino Film Commission, non compare fra i titoli selezionati per l’edizione 2013 del Festival di Berlino, che si aprirà fra qualche giorno. Sul sito ufficiale della pellicola  marzeminista, che racconta l’improbabile storia di un anonimo signore che passando per l’autoctono trentino diventa un grande wine maker internazionale, non v’è traccia.

Eppure la corsa per l’Orso di Berlino, quando cominciarono le riprese in Trentino – ma anche molto prima -, veniva data per scontata. Sulla base di questa velleitaria ambizione di provincia, furono giustificate le centinaia di migliaia di euro con le quali i cinematografari di piazza Dante finanziarono il capolavoro annunciato del regista Ferdinando Vicentini Orgnani. La pellicola, per quanto è dato di sapere, non è ancora uscita nelle sale e sulla web site ufficiale non si trova alcuna notizia aggiornata. Le uniche tracce berlinesi si rinvengono nelle urlate e urlanti rassegne stampa dello scorso anno, gonfiate dalle varie Agenzie Stefani Pubbli-Promozionali del Trentino.

Nel frattempo di Marzemino, vino difficile da bere e anche da far bere – chiedere ai ristoratori trentini, per credere -, non si parla più. E quando se ne parla, lo si fa per convincere i contadini cooperativi ad estirparlo dalle campagne, per far posto all’indomito Pinot Grigio.

Tutto sommato, meglio così: ve le immaginate le orde di turisti cinefili, addestrati alla colta estetica berlinese, andare all’arrembaggio di Isera e scoprire che il Marzemino non esiste, che si trattava solo di una finzione letteraria?

Negli oscuri ma creativissimi corridoi del Palazzo, tuttavia, la delusione per la mancata partecipazione del capolavoro marzeminista al Berlinale sembra già smaltita. E c’è chi – lo ho sentito con le mie orecchie -, parla già di una possibile partecipazione al Festival di Cannes. Avete capito bene, sì: Cannes. Proprio Cannes. Ne ho parlato questa mattina con Paola Attanasio, la responsabile grafica di questo blog, che con la sua consueta e affilata ironia mi ha risposto così: “Cannes? Altro che Cannes, canne mozze…ci vorrebbero. Canne mozze in Costa Azzurra e magari pure canne mozze a Hollywood”. Brava Paola: sottoscrivo!

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