C'è chi dice noDI GIAMBIATTISTA AVELLINO,ITALIA, 2010ORA NEI CINEMA
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TRAMATre ex compagni di classe si ritrovano a una cena alla quale si rendono conto che nella loro vita sono sempre stati vittime di raccomandati. C’è infatti il talentuoso assistente universitario (Paolo Ruffini) che da undici anni scrive pubblicazioni per il docente che si limita a firmarle e quando partecipa al concorso si vede superato dal fidanzato della figlia del preside, che è troppo stupido per fare l’avvocato, dunque gli affidano una cattedra. C’è poi il giornalista (Luca Argentero) migliore della redazione in cui lavora 10 ore al giorno che si vede soffiare il posto dalla figlia incompetente (Myriam Catania, moglie di Argentero per chi non lo sapesse) di un giornalista che ha pubblicato un volume sull’importanza del merito nel mondo del lavoro. Infine c’è una brava dottoressa (Paola Cortellesi) alla quale viene preferita la neo-moglie del caporeparto.
RECENSIONETerzo lungometraggio per Giambattista Avellino che dopo i film con Ficarra e Picone collabora alla solidissima sceneggiatura di Fabio Bonifacci, da anni garanzia della Cattleya, e ne trae un film fresco, arrabbiato e divertente. Diversamente da Qualunquemente, qui la rabbia e la risata non coincidono ma si alternano con equilibrio, grazie a uno script che non perde mai ritmo e non si abbandona a dialoghi troppo banali. Peccato che dietro ci sia una regia del tutto convenzionale, anche se bisogna ammettere che per una volta non si tratta di piattezza televisiva.
Il risultato è negli standard delle commedie targate Cattleya: buona sceneggiatura, attori simpatici tra cui il solito Argentero, regia poco invadente. C’è anche più indignazione del solito in questa commedia all’apparenza leggera: la frase “Questo Paese di merda” è ripetuta più volte con convinzione e i meccanismi di potere e di raccomandazioni sono smascherati impietosamente e onestamente. Il quadro che ne esce fuori è ovviamente desolante e terribilmente reale. Eppure c’è spazio per la risata e anche per momenti suggestivi (le “ombre” che seguono i raccomandati). Il fatto che la commedia non si conceda un vero happy ending ben esemplifica del resto l’onestà di questa pellicola. A tutto ciò si aggiunge un trio di attori simpatici, tra cui spicca Paolo Ruffini che dopo ben 3 Natali con Neri Parenti, un film di Vanzina e i due ultimi di Brizzi fa un salto di qualità del resto già annunciato nella sua ottima prova in La prima cosa bella.Comprimari efficaci come Giorgio Albertazzi nei panni del preside e nella parte comica di un poliziotto ambizioso e perspicace c’è l’Edoardo Gabbriellini di Io sono l'amore. Spassosissima anche la parte della Signora Argentero nei panni di una strampalata figlia di papà che si rivela in realtà molto umana.
Per una volta Cattleya fa anche uno strappo alla regola e introduce una canzone italiana nel film: ma non è quella di Vasco che farebbe pensare il titolo, bensì la bellissima Canzone della rivoluzione dei Baustelle.
IN POCHE PAROLE
Per una volta un film italiano che faccia riflettere e ridere davvero, due qualità tanto rare quanto preziose. Consigliatissimo.
VOTO: 6,5