C’è chi dice….STOP!

Qualcosa si muove!

 Le continue pubblicità che mostrano tette e popò di fuori o che esibiscono la donna come un oggetto sessuale, andando in questo modo a ledere la sua dignità: hanno rotto! Ed è per questo motivo che due comuni, uno del Veneto (a Vicenza) e uno della Toscana (Prov. di Lucca), hanno detto STOP alle pubblicità sessiste(dopo le continue e giuste lamentele dei cittadini del posto), decidendo di dare vita ad un percorso a tutela dell’immagine femminile nel materiale pubblicitario affisso sul proprio territorio e alla rimozione di queste dal suolo pubblico. Finalmente qualcuno ha capito che sparpagliare per la città cartelloni contenti immagini violente, volgari ed irrispettose della dignità femminile sono un danno sia per le donne che per la società in se poiché questa comunicazione va a fomentare giovani menti, in una realtà già di per se tragica (si prendano in considerazione le continue news di cronaca nera che vedono come protagoniste donne).

Il lavoro da fare è ancora tanto, ma siamo ben felici di vedere che finalmente qualcosa si muove, la gente è stufa di vedere queste continue immagini e si lamenta. Finalmente qualcuno sta capendo che la mercificazione del corpo femminile è un problema serio che va preso in grande considerazione, poiché spesso le donne vengono rappresentate come un oggetto in vendita simile ad una lavatrice o ad una macchina, e chi accetta ciò permettendo che nel proprio paese vengano esposti cartelloni pubblicitari del genere altro non fa che andare ad accettare questa cultura a dir poco retrograda che vede la figura femminile come oggetto del quale poter fare qualunque cosa.

 Bè che dire:

Un piccolo passo per l’uomo un grande passo per l’umanità! Speriamo di leggere tante altre notizie del genere, le quali ci fanno capire che il popolo italiano non è quello che la pubblicità vuol far credere!

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fonti:

http://www.loschermo.it/articoli/view/34046

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/250834__donne_oggetto_e_pubblicit_il_consiglio_ha_dato_lo_stop/#Scene_1