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C’è complottismo e complottismo

Creato il 20 settembre 2014 da Malvino
C’è complottismo e complottismo, la gamma è così ampia che rende pressoché impossibile un loro inquadramento tassonomico, qualunque sia la ratio con la quale si intenda procedere. Se infatti si decide di raggrupparli per le entità cospirative responsabili del complotto (Savi di Sion, Massoneria, Cia, Gruppo Bilderberg, Mafia, Servizi Deviati, P2, ecc.), la classificazione regge solo fino a un certo punto, perché non di rado la teoria cospirativa ne contempla intrecci sinergici. Così se il criterio prende a oggetto la struttura narrativa della teoria, perché in essa, anche se variamente combinati, convergono sempre gli stessi elementi. Né va meglio col cercare di assegnare ad ognuna di queste costruzioni letterarie un differente grado sulla scala che dall’arbitraria concatenazione di presunte coincidenze sale fino alla più malata delle paranoie, perché l’attribuzione avrebbe giocoforza discontinuità di metodo. Sarà seccante per le conseguenze, perché al buon senso non sfugge che una differenza dovrà pur esserci tra la teoria di una Spektre che ci ficca microchip sottopelle e quella che spiega l’avviso di garanzia a Tiziano Renzi come dispettuccio che la magistratura ha voluto fare a suo figlio per vendicarsi del fatto che quello le abbia scorciato le ferie, e che dev’essere pure una differenza bella grossa, ma così stanno le cose: in entrambi i casi, la costruzione regge su un vizio di argomentazione, e non è affatto detto che nel secondo caso sia in gioco un fattore di natura epistemologica, mentre nel primo sia di tipo psichiatrico; in entrambi i casi, la teoria regge sull’impossibilità di essere smentita se non nel rigetto di un sospetto che non può produrre prove, e che tuttavia non può essere rigettato, pena l’esser vittima consenziente del complotto, dunque in qualche modo complice; in entrambi i casi, non c’è modo di escludere che c’entrino pure i Rettiliani. Hai voglia a far presente che l’avviso di garanzia fosse nel più ordinario dei calendari e che a darne notizia sia stato proprio l’indagato: nulla potrà mai far vacillare il complottista dalla certezza che sei mesi fa il babbo del Cazzaro sia stato fatto oggetto delle attenzioni dell’inquirente in previsione che Palazzo Chigi licenziasse il decreto che la magistratura così vuole ammazzare in culla. A sollevare anche soltanto un dubbio, non c’è dubbio, si è giustizialisti. E per quanto un avviso di garanzia sia – appunto – un atto di garanzia in favore dell’indagato, non sospettare ci sia dietro una congiura fa perdere punti alla reputazione di garantista, ammesso che uno ne abbia uno straccio. C’è coincidenza, dunque vi è nesso e, oplà, c’è il fatto. A negarlo, legittimo il sospetto che le toghe rosse vi abbiano ficcato un microchip sottopelle.

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