"C'è la crisi c'è la crisi da domani acquisto solo cacciabombardieri", cantano i Lo Stato Sociale. E noi gli facciamo eco: non solo, ragazzi, ci sono anche le navi militari.
Non bastavano infatti gli F35 a rappresentare la mania di spreco del sistema italiano, ora a far discutere c'è anche la nave da guerra su cui verranno imbarcati, la portaerei Cavour. E se dagli Stati Uniti arriva la conferma che non sono previsti tagli alla richiesta di arei militari, e che quindi verranno acquistati tutti e 90 i caccia, desta scalpore la nota sui costi della, è dall'Africa che torna in porto la costosa portaerei, portando con sè la nota spese: quando è in servizio, la nave, secondo l'ex ministro della Difesa Mauro, la spesa ammonta a duecentomila euro per ogni giorno di navigazione.
E cosa se ne fa il nostro Paese, che da Costituzione «ripudia la guerra», di armamenti così costosi?
La missione della portaerei Cavour, insieme ad altre tre navi della marina militare italiana, chiamata "Sistema Paese in movimento" è varia. Iniziata il 13 novembre 2013 dal porto di Civitavecchia e conclusa l'altro ieri a Taranto, oltre a manovre congiunte con le marine di alcuni paesi e ad iniziative umanitarie (la cura di civili presso l'ospedale della nave), lo scopo del viaggio in Africa e nel Golfo Persico sia sponsorizzare la vendita di armi italiane all'estero (vedi foto), malgrado le aziende italiane non possano esportare armamenti in paesi in conflitto o eccessivamente militarizzati (legge 185 del 1990).
La cosa non è passata inosservata, ed ha provocato le polemiche di Sel, Movimento 5 Stelle e del senatore del PD Gianpiero Scanu, nonché la creazione di una pagina Facebook per controllare il tour, come riportato anche da Internazionale.
Cosa c'entra tutto questo con Proposta Lavoro? C'entra. Rileggiamo questo articolo ogni volta che un politico dirà che mancano i fondi per attivare politiche a favore del lavoro…