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C’è davvero un’Italia migliore ?

Creato il 22 gennaio 2011 da Controcorrente
“Morte per assideramento di un neonato a Bologna” C’è davvero un’Italia migliore ?Era l’ultimo figlio di una famiglia costretta dalla miseria a vivere per strada . La sua vita si è spenta nell’indifferenza della gente e delle isituzioni.Naturalmente  la notizia ha avuto un eco  limitata  su gran parte dei media spazzatura che ormai imperano nel nostro paese . Molto più importante dare spazio a  Sallusti ,Belpietro, Feltri ed ai molti altri sconosciuti  personaggi che oggi occupano le tv  di cui  sono   le nuove icone. . Una tv urlata , in gran parte basata su finzioni , fatta di menzogne, mistificazioni , veline e voyerismo di vario genere ove i problemi veri dell’anima e della gente reale diventano secondari o vengono usati per fare ascolto e per produrre l’ assuefazione ad ogni ribalderia che giova al potere . Una volta c’erano i cattivi maestri di sinistra,  oggi pare siano stati sostituiti da quelli di destra .Non so dire se abbia fatto più danni quella o questa cultura della morte.
So solo che ,questa avrebbe dovuto essere la vera notizia del giorno . Non per il fatto in se’ ,  quasi ogni giorno  muore un senzatetto o un immigrato , ma perché , riguardando un neonato ,appare come un emblema  ancor più tragico di quel che l’Italia è diventata in questo decennio. Una occasione perché questa assurda  morte potesse  servire  almeno  per una riflessione collettiva sulle sue ragioni di fondo.Personalmente  penso che ,l’esasperazione della paura   , dei falsi valori del mito del denaro e del successo , unitamente alla crisi economica mondiale,  abbiano spento  nel tempo  in molti cittadini la coscienza di se stessi e degli altri: una lenta,  graduale assuefazione ad ogni ingiustizia  in una  rassegnata passività interiore . Le campagne xenofobiche diffuse soprattutto da alcune forze politiche e gli esempi ai massimi livelli dell’egotismo personale enfatizzati dai media come fossero normali hanno fatto il resto....(continua)
 
Penso che oggi i viviamo in un’Italia peggiore, di sottocultura mediatica in gran parte riconducibile al berlusconismo ed all’inerzia complice di parte della sinistra italiana.  Amore, solidarietà sociale , perseguimento del bene comune e perfino  pietà sembrano ricordi  lontani  .  La fantasia creativa ed attiva si è spenta insieme  al significato della vera libertà . Valori magari presenti in ipocrite parole ma assenti e perduti nel concreto del vivere quotidiano . Penso che oggi   occorrerebbe ripartire da questa consapevolezza per ritrovare , ognuno di noi nel proprio ambito, il coraggio di reagire . Il primo atto di coraggio dovrebbe essere quello di ricominciare a pensare autonomamente e criticamente  a come costruire una cultura , un ricambio politico capace di dare vere risposte alla crisi  morale , economica , all’abbattimento delle differenze sociali , della corruzione, al recupero dell’onestà intellettuale   contro l’ipocrisia di caste e regimi che oggi siedono in parlamento insieme ai media ad essi genuflessi  . Uscire insomma da passività e conformismo , votando controcorrente quei pochi  onesti emarginati che siedono in parlamento e che, con i  fatti,  hanno dimostrato di essersi opposti a questo declino di cultura e di democrazia. Per far questo  occorre  saper distinguere al di la’ del fango mediatico che da caste, di destra soprattutto ,ma anche di sinistra ,vanno spargendo per farci credere che sono tutti uguali.Ecco perché l’astensionismo oggi non ha senso : sarebbe la vittoria della rassegnazione che giova a questo regime.Parafrasando il libro Di Vendola c’è anche da chiedersi: ma c’è davvero un’Italia migliore ? La morte di quel neonato sembrerebbe dire  di no.Ognuno appare troppo chiuso in se stesso, alle prese con le proprie paure e piccoli drammi quotidiani incapace di levare oltre lo sguardo, di scrutare il diverso negli occhi, di accorgersi della sua disperazione e solitudine , di rialzare la testa .Meglio rifugiarsi nello spettacolo mediatico tranquillizzante di luci e veline, di liti televisive o  alla ricerca di un capo cui rivolgersi piuttosto che cercare in se stessi il coraggio di uscirne. Eppure c’è anche un’Italia semplice, di gente che fatica e lavora,vessata ed oppressa dagli squali di regime, in una battaglia quotidiana eroica, eppure essa stessa passiva ,come la massa dei lavoratori cinesi . E’ soprattutto nel loro risveglio che occorre sperare.Si, forse Vendola ha ragione  ,c’è anche in generale   un’Italia migliore , è quella chiusa nel fondo  di molti di noi, offuscata da paura passività e rassegnazione , nascosta dietro i valori dimenticati che i nostri padri migliori ci avevano insegnato , c’è una Italia migliore possibile   nel profondo di noi ed è ora che rialzi finalmente la testa.

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