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C'è dell'I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E in Danimarca

Creato il 09 febbraio 2011 da Beatotrader

C'è dell'I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E in Danimarca
Questa ve l'avevo risparmiata, giusto per non passare per il solito menagramo che va a cercare con il lanternino "i pochi" eventi negativi....e soprattutto per non turbare quelli di voi (sempre più numerosi) che ormai pensano che le Banche siano tornate pulite e pimpanti come dei bebè, proporzionalmente alle Borse che continuano a salire (Greenspan docet...)
Però in Danimarca c'è stata la sagra dell' I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E e sono proprio costretto a raccontarvela...
Però, dopo questa, giuro che non vi rompo più e che vi parlerò solo di quanto tutto stia andando da Dio...:-)
Prima di tutto (tenetevi forte...) hanno lasciato fallire una banca ovvero Amagerbanken, per poi nazionalizzarla: la cosa è già straordinaria in un Mondo di Moral Harzard totalizzante dove un bailoutpreventivo non si nega mai a nessuno.
Ma questa volta non è arrivato nessun salvifico tampone (a spese di tutti i contribuenti, pensionati&bebè compresi...)
che, impedendo il fallimento, permetta alla zombie-bank di trascinarsi avanti
e che possa far esclamare ai miei lettori più duri di comprendonio: "Vedi che facevi tanto il catastrofista mentre invece nessuna banca è fallita?". Uhhhh già....:-)
Amagerbanken è una delle prime 10 banche danesi con 100mila clienti, 25 filiali e 500 dipendenti.
Poi, mirabile a dirsi, è fallita una banca che aveva egregiamente superato i severissimi stress-test-di-tutto-relax...:-)
In effetti 'sti affidabilisimi test li avevano superati anche le banche irlandesi che poco dopo, sotto il peso delle loro voragini miliardarie, hanno addirittura fatto fallire lo Stato Irlandese (anche se è stato tamponato: un bailout, come dicevo, non si nega mai a nessuno...) .
Ma non voglio fare il solito guastafeste: probabilmente in questi stress-test-di-tutto-relax ci sarà stato qualche errore, sicuramente in buona fede...
Da non perdere il mio gustoso articolo dell'epoca: Pillole di Relax....
Ma la cosa più I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E sarebbe la seguente: pare proprio che anche i senior bondholder ovvero la categoria "intoccabile" degli investitori condividerà il costo del fallimento. E nemmeno a buon mercato: pare che perderanno il 41% del loro capitale investito.
Inoltre, nemmeno i correntisti più danarosi sarebbero stati risparmiati dal compartecipare alle perdite.
Incredibile vero?
Pensate che roba: invece di caricare TUTTO ESCLUSIVAMENTE sul Debito Pubblico riducendo (od esaurendo) le risorse per rilanciare l'economia...invece di tagliare pensioni, sanità, scuole, stipendi e servizi vari....semplicemente si è fatto condividere ALMENO UNA PARTE delle perdite agli INVESTITORI.
In Danimarca si è fatta la storia, anche se credo proprio che rimarrà confinata a Copenaghen e dintorni...
Del resto la Danimarca è piccolina, la banca era piccolina (anche se tutto è proporzionale) e dunque ci si può anche permettere di applicare SOLUZIONI PIU' EQUE...;-)

C'è dell'I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E in DanimarcaIl Semaforo Motivazionale è ancora ROSSO

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....what is unique about this failure is that it is the first one to proceed according to new new regulations designed to ensure senior bondholders suffer losses in a bailout.
And suffer they will.

According to Bloomberg, bondholders of senior debt, including bonds formerly guaranteed by the government, will face write-offs of about 41%.

"The bank estimates its assets amount to about 59 percent of liabilities."

Another loser: depositors, who just happen to be pari passu with senior bondholders.
More from Bloomberg ....
Investors in about 2 billion kroner ($360 million) of notes face losing almost half face value after the transfer of 15 billion kroner of the Copenhagen-based bank’s assets to a state- owned company, Bloomberg data show.
Liabilities staying at the failed bank total about 13 billion kroner and include subordinated and hybrid debt, about 5.6 billion kroner of bonds backed by the government, as well as senior unsecured bonds.

“The bank hasn’t collapsed and gone into bankruptcy like the Icelandic banks, but has been selectively bailed out with a transfer of assets and a partial transfer of liabilities,” said Simon Adamson, an analyst at CreditSights Inc. in London.

“Normally when this happens, senior debt and deposits are protected, such is the sensitivity around them, but this is bank resolution with debt and deposit haircuts, rather than a simple liquidation."
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La Danimarca nazionalizza la Amagerbanken - 08/02/2011

Lo Stato danese ha assunto ieri il controllo di una banca regionale, la Amagerbanken, con sede a Copenaghen.

L’istituto di credito aveva dichiarato il proprio fallimento domenica sera, affossato dal peso degli investimenti ad alto rischio, legati principalmente al mercato immobiliare, che aveva effettuato prima della crisi finanziaria esplosa nel 2008.

La banca, dopo un’analisi minuziosa dei propri asset e degli impegni assunti sui mercati finanziari, è stata obbligata nel corso del weekend ad accantonare nuove riserve di capitale per fronteggiare le perdite patite nel corso dell’ultimo trimestre del 2010, che sono state pari a 3,14 miliardi di corone (421 milioni di euro). Un risultato generato soprattutto dalle speculazioni finanziarie dei suoi grandi clienti, che hanno fatto piombare le casse dell’istituto in profondo rosso. Basti pensare che i fondi propri, segnalati a 2,44 miliardi solo nello scorso settembre, sono crollati a meno 654 milioni il primo gennaio del 2011.

Proprio per questo il collasso di questa piccola realtà nel panorama bancario europeo - con 100 mila clienti nel Paese scandinavo ed una rete di 25 filiali, nelle quali lavorano 500 persone - inquieta molti osservatori. In termini di prestiti concessi, Amagerbanken era solamente l’ottava banca danese. Da ieri le sue attività sono state rivelate dalla compagnia statale "Finansiel Stabilitet", incaricata di gestire e smantellare gli istituti in fallimento.
Il ministro delle Finanze, Claus Hjort Frederiksen, ha spiegato alla televisione danese che il crack costerà ai contribuenti 6,7 miliardi di corone (899 milioni di euro), specificando che senza l’intervento pubblico «la stabilità del sistema sarebbe stata messa in grave pericolo».
Ad eccezione dei 700 clienti più ricchi, che perderanno i loro investimenti, gli altri saranno rimborsati grazie alla garanzia pubblica sui depositi, fino a 750 mila corone (100 mila euro) a persona.

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