Lo zio Monti terrorizza l'Occidente dalla Corea: se il Paese non è maturo, ce ne andiamo. Ma non diciamo cazzate, qui di riforme non se n'è ancora viste. E i piagnistei sulla crescita da preoccupanti sono diventati allarmanti: dove sono gli investimenti su innovazione e ricerca, su ambiente e sulla cultura? E intanto ci pensate, a come fare una pianificazione e un piano di sviluppo per lo meno biennale se non quinquennale, o no? Dici "ma possibile che non si accorgano che con i tagli solamente peggioreremo la situazione?". Embè ma certo che lo sanno, proprio per questo che il silenzio ci pare incredibile. C'è qualcosa che non sappiamo.
Il governo scade come uno yogurt. Bene, e allora andremo a votare. Con quale legge elettorale? La desertificazione dei partiti, ignobili nel comportamento fino alla nausea (Lusi e Rutelli a sua insaputa, Formigoni divo degli inquisiti e "il partito degli onesti" di Alfano - l'avesse scritto non dico Sciascia, ma Antonio Albanese sarebbe stato un bestseller assoluto), si incontrano per parlare di riforme costituzionali (il Senato delle Regioni? Orpo!) e di legge elettorale. Notiziona: si sono messi d'accordo. Ah ma allora non sono tutti casta e chiesa, dai che forse questa volta... no, manco questa volta. Anzi, è proprio una presa per il culo.
E meno male c'è Il manifesto della cultura su Il Domenicale, c'è lo sciopero generale, c'è il Manifesto per un soggetto politico nuovo che adesso mi leggo e poi ne scrivo.
E nel frattempo stiamo messi sempre peggio: c'è grande confusione sotto il cielo ma la situazione non è per nulla eccellente.