Il team di studenti che ha sviluppato l’esperimento U-PHOS, che partirà a bordo del vettore REXUS 22
Quest’anno entrambi i “rami” del programma REXUS/BEXUS dell’ESA – realizzato nell’ambito di un accordo bilaterale tra le agenzie spaziali tedesca (DLR, Deutsche Zentrum für Luft- und Raumfahrt) e svedese (SNSB, Swedish National Space Board) – hanno a bordo un po’ di Italia. Su Media INAF abbiamo dato notizia la scorsa settimana dell’esperimento STRATONAV, che sarà testato a bordo del pallone stratosferico BEXUS 22. Oggi parliamo invece dell’altra sezione del programma: anche sul vettore REXUS 22 c’è infatti un esperimento made in Italy. Si chiama U-PHOS, che sta per Upgraded Pulsating Heat-pipe Only for Space, a progettarlo è stato un team di studenti dell’Università di Pisa, e sarà tra i 10 selezionati per essere testati a bordo del vettore REXUS 22 (Rocket EXperiments for University Students). Il team di U-PHOS è composto da 15 studenti e nella storia del programma REXUS (22 razzi e circa 70 esperimenti selezionati dal suo inizio) è il quinto team italiano che viene scelto per salire a bordo.
L’obbiettivo del progetto sviluppato dal team è di investigare il funzionamento di un dispositivo per lo scambio termico: un dispositivo il cui scopo è trasportare in modo efficiente il calore da una parte all’altra (una specie di condizionatore, anche se la sua forma ricorda quella di un termosifone). Il mondo scientifico e spaziale, ESA compresa, è molto interessato a questa tecnologia in quanto molto leggera, economica e resistente ai guasti.
Abbiamo sentito il team leader di U-PHOS, Pietro Nannipieri, per avere qualche informazione sull’esperimento.
Intento complimenti per il risultato: oltre ad essere stato il solo team italiano il cui esperimento è stato selezionato per il lancio sul vettore REXUS 22, siete il quinto team italiano che sale a bordo nella storia del programma. Qual è il punto di forza dell’esperimento U-PHOS per cui pensate che sia stato selezionato?
«U-PHOS nasce come prosecuzione dell’esperimento PHOS, sempre realizzato dall’università di Pisa, che ha già preso parte al programma REXUS. Con gli altri ragazzi del team abbiamo deciso di partecipare nuovamente al programma andando a migliorare il vecchio esperimento (da cui il nome Upgraded PHOS).
La qualità della proposta che abbiamo fatto all’Agenzia Spaziale Europea, insieme alla preziosa esperienza precedente, ha portato il nostro team a ricevere un biglietto per lo spazio. I selezionatori sono stati anche convinti dalla grande coesione e dedizione del team: i nostri ragazzi hanno capito che questa esperienza può essere un grande trampolino di lancio per le loro carriere e di conseguenza si stanno impegnando tantissimo, iniziando a coglierne i frutti».
Quali sono i risultati che sperate e le possibili eventuali applicazioni del dispositivo sperimentato?
«Con questo esperimento vogliamo andare a caratterizzate una tecnologia innovativa e rivoluzionaria. Dalla esperienza precedente sappiamo che la PHP, lo scambiatore di calore che andremo a testare, funziona anche a gravità zero. Quello che non sappiamo e in letteratura non è ancora noto sono le sue performance e la sua caratterizzazione. Questo esperimento rappresenta uno dei primi passi verso l’utilizzo di questi dispositivi in ambito spaziale. La comunità scientifica e industriale è molto interessata ai nostri risultati, al punto da ricevere importanti sponsorizzazioni, in quanto le PHP porterebbero grandi vantaggi in ambito spaziale: sono compatte, leggere e passive, tutte caratteristiche fondamentali per un dispositivo spaziale».
Nell’augurare ai ragazzi del team un grande successo e contando di risentirli in occasione del lancio del REXUS 22, nella primavera del 2017, vi invitiamo a visitare la loro pagina facebook, in modo da supportare questa avventura spaziale anche con un “mi piace”!
Di seguito tutti i riferimenti:
- la pagina Facebook dell’esperimento;
- il sito web ufficiale di U-PHOS, che sarà lanciato il prossimo giovedì 28 gennaio;
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesca Aloisio