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C’è la crisi. – “Pinocchio’s Revenge”

Creato il 24 settembre 2012 da Borga007

C’è la crisi. – “Pinocchio’s Revenge”Prendete La Bambola Assassina. Ci siamo? Ora prendete i cinque film e toglieteci il personaggio di Chucky, la bambola malvagia. Fatto? Perfetto. Poi aggiungete qualche storia personale assolutamente prive di interesse da parte dello spettatore condito con un po’ di sequenze create ad arte per allungare il brodo. E aggiungeteci un probabile nano che interpreta in qualche scena la marionetta assassina.

Bene. Mischiate tutto insieme, mettete nel vostro lettore dvd a cuocere per un’ora e mezza e avrete la versione in tempo di crisi de La Bambola Assassina ovvero Pinocchio’s Revenge.

Se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi tre o quattro giorni è che la Rete è pieno di ragazze che cerca informazioni, foto e curiosità (?) su Magic Mike che ho trattato nella pseudo recensione precedente. Basta aggiungere un Magic Mike nei tag e, et voilà, il post avrà centinaia di visualizzazioni in pochissimi giorni. Che fatta roba, internet. In particolare modo vorrei rispondere a quelle due persone che sono capitate nella pseudo recensione ricercando “con chi andare a vedere magic mike”. Tranquilli, potete andarci con chi volete. Non c’è bisogno di cercarlo su internet. Chiamate i vostri amici. Non è che dovete chiederlo a Google come se fosse lo specchio della strega di Biancaneve. E’ sempre bello leggere che cosa la gente cerca. Quindi continuate a cercare. E grazie, soprattutto, per tutte le visualizzazioni. Terminata questa parentesi, continuiamo con il film di oggi.

Ora tirate fuori il vostro dvd e lasciatelo raffreddare un momento. Ecco, adesso potete annusare per bene. Non sentite quell’odore tipico di polvere? Adesso assaggiatelo. Esatto, c’è quel gusto di anni ’90 impossibile da confondere. Perchè Pinocchio’s Revenge sprizza anni ’90 da tutti i fotogrammi, da ogni scena, da ogni vestito e da ogni trovata. Sa così tanto di anni ’90 che questo dvd si è trasformato in…. una videocassetta?

Ma partiamo dal principio, cominciamo con la trama.

La trama. Un uomo viene arrestato mentre sta seppellendo il proprio figlio che ha precedentemente ucciso senza nessuna ragione particolare. Viene condannato a morte e, grazie alla nostra avvocata che non riesce a scagionarlo dalle accuse, viene ucciso sulla sedia elettrica lasciando in mano al proprio legale gli ultimi oggetti che egli possedeva: un mucchio di cianfrusaglie e una marionetta di Pinocchio fatta molto probabilmente con due lire o acquistata al negozio dei cinesi all’angolo subito fuori i set del film. La nostra avvocatessa torna a casa dove la figlia scambia la marionetta per il suo regalo di compleanno e se ne appropria, cominciando ad interagire con essa come se fosse viva. La madre, la tata dall’accento improponibile e il nuovo ragazzo della madre la prendono per matta. Ed è da questo punto che dopo 57 (me lo sono segnato) interminabili e piuttosto inutili minuti si comincia ad essere terrorizzati a ridere trasformando il tutto in uno dei peggiori episodi dei Piccoli Brividi.

La trama non è altro che una bruttissima copia di uno qualsiasi dei primi tre episodi de La Bambola Assassina, come già detto precedentemente. Se non per il fatto che questa pellicola dal minuto 57, comincia a perdere la testa, ubriacandosi da sola  facendo qualche giravolta su sé stessa e terminando tutto in vacca in preda ad una confusione generale. Confusione presente non solo negli spettatori ma anche in tutto il cast tecnico e non della pellicola. “E ora come lo finiamo?” “Allora facciamo una intergiunzione della matricola madre, terminando con una zoomata sul piano americano della finestra scardinata fuori campo mentre la luce incrocia il microfono per la presa diretta dell’audio invece che farla zigzagare come al solito…” “Eh?” “Prrr!”.

La confusione la troviamo sin dal principio. Una pellicola che si intitola Pinocchio’s Revenge in originale che i distributori italiani hanno genialmente voluto tradurre in Bad Pinocchio. Perchè? Non me l’avete nemmeno tradotto in italiano ma l’avete cambiato solo in un altro sempre in lingua inglese. Avevate paura che traducendolo in La Vendetta di Pinocchio, gli spettatori italiani avrebbero pensato ad un sequel del Pinocchio originale di Collodi? Che, a dire il vero, non sono proprio gli spettatori italiani ad aver bisogno di qualche chiarimento circa la vicenda della marionetta di legno più famosa della letteratura.

C’è la crisi. – “Pinocchio’s Revenge”

“Portatemi il Gatto e la Volpe che ho un conto in sospeso.”

No, perchè la sceneggiatura ci regala più di un momento di ilarità fuori luogo assegnando agli attori in scena battute scritte da una persona che molto probabilmente ha letto solo il retro della videocassetta del cartone animato della Disney. Troviamo personaggi che parlano con altri circa la malvagità di Pinocchio. Perchè lui non ascoltava la sua coscienza e mandava a quel paese la Fata Turchina, perchè lui violava le regole, perchè ascoltava le persone sbagliate e quindi è finito sulla strada sbagliata. Sembra che la marionetta sia finita a spacciare crack in un vicolo dietro ad uno strip club in cui si esibiscono la Sirenetta, Anastasia e Babar. Il ragazzo della madre della bimba, che si impossessa della marionetta, racconta a quest’ultima che Pinocchio voleva sbarazzarsi del Grillo Parlante perchè non voleva ascoltarlo e voleva essere libero di fare quello che voleva, terminando il racconto con un urlo per spaventarla. Urlo che ha fatto solo spaventare il mio cane risvegliandolo dal suo riposino mattutino.

Se cercate un film per spaventarsi, scarterete questa scelta anche solo leggendone il titolo. Se invece volete ridere, questo è quello che fa per voi. Perchè è tutto realizzato malamente, senza tanta soluzione di continuità e, la mia cosa preferita, senza logica. A voi gli esempi.

  • In una scena, Pinocchio e la bambina parlano ma la marionetta non muove la bocca, facendo sottintendere che probabilmente ci troviamo davanti ad un dialogo pseudo telepatico. Oppure la bambina è matta ma ci arriviamo dopo. Poi pochi minuti dopo, abbiamo una scena dallo psicologo in cui la marionetta e la bimba parlano ancora ma qui parla muovendo la bocca. E perchè non la usavi anche prima? Oppure perchè non usi ancora la telepatia? Ma, soprattutto, perchè nel nastro registrato dallo psicologo durante la seduta, Pinocchio non mostra di muovere la bocca mentre parla?
  • Qualcuno, probabilmente Pinocchio, spinge il ragazzo della madre, che è al lavoro, giù per le scale della cantina, mandandolo in coma. Rotola per quindici scalini e poi comincia a perdere sangue a go-go. Però, pochi minuti dopo, la marionetta dice alla bambina che per potersi muovere liberamente ha bisogno che lei gli tagli i fili. Beh, e come cazzo hai spinto l’uomo giù per le scale se non puoi andare in giro per i fatti tuoi, Pinocchio imbecille? Va beh, forse è stata la bambina matta ma ci arriviamo dopo.
C’è la crisi. – “Pinocchio’s Revenge”

La morte corre sugli scalini.

  • Piena notte. La bambina esce di casa da sola in pigiama. La porta è aperta. Cioè non aperta ovvero non chiusa a chiave, ma proprio solo socchiusa. Ma che cazzo di sicurezza è?
  • La funzione della tata con uno strano accento straniero è quella di fare la doccia, mostrare culo, tette e il resto per poi morire colpita da un arnese simile a quello per afferrare i vestiti negli armadi più alti.

Ora sì che è un B-movie.

  • Come i più geniali di voi avranno intuito, questa pellicola piena di tensione e colpi di scena (sarcasmo) si gioca tutto sul dubbio se veramente Pinocchio sia una marionetta assassina o se sia tutta colpa della bambina, che disturbata psicologicamente, elimina le persone attorno alla madre per rimanere sola con lei. Abbiamo una sequenza in cui, in piena notte, qualcuno si reca a uccidere il fidanzato della madre, finito in coma dopo la caduta in cantina, in ospedale. Ricordate, in OSPEDALE in PIENA NOTTE. Abbiamo una visuale in soggettiva che ci impedisce di capire quale dei due personaggi fuori di testa stia veramente camminando. Comunque il personaggio è riuscito a prendere l’ascensore, a passare davanti alla reception, a entrare in una corsia piena di gente con dottori che parlano e uomini sulle sedie a rotelle. Poi riesce tranquillamente ad entrare nella stanza del ragazzo della madre e senza problema viene ucciso. L’allarme che le sue funzioni vitali stanno calando suona ma, nonostante il corridoio lì fuori sia pieno di gente, nessuno si precipita. Ma, soprattutto, è possibile che nessuno sia riuscito a notare una marionetta che prende l’ascensore oppure una bambina scalza in pigiama che corre per l’ospedale? Maccheccazzo.
  • Il tutto per arrivare ad un finale confuso e buttato lì. La battaglia finale tra Pinocchio e la madre della bambina. Pinocchio le salta addosso più volte, le parla, le urla contro e tenta di ucciderla con un coltello. Però, appena la donna scaraventa la marionetta contro il tavolino del soggiorno, essa si trasforma nella propria bambina mostrandoci il corpo di lei svenuto circondato dai pezzi del tavolino rotto. Ma non è possibile, accidenti! Quando combatti contro una marionetta, lo senti, cazzo! Lei è di legno, tua figlia è fatta di carne. Lei è di una dimensione, tua figlia è più grande. Lei pesa poco, tua figlia pesa assolutamente di più. D’accordo che la mente fa brutti scherzi ma questo è demenziale.

Per poi concludere il tutto con una sequenza dentro una camera di un istituto psichiatrico con la madre e lo psicologo che guardano la bimba e si chiedono “E’ matta?” “Boh”. Titoli di coda. Mi stai prendendo in giro, vero?

Scusate, sono stato troppo cattivo, in effetti. Questo è un perfetto B-movie anni ’90 con costumi, ambientazioni e anche mode dell’epoca. Mode tipo film con bambole/marionette cattive e possedute. Perciò, ripetendolo, questa pellicola è una copia in tempo di crisi de La Bambola Assassina considerando che la marionetta di Pinocchio usa la bocca due volte in tutto il film, si muove per tre volte massimo e gli scontri corpo a corpo sono molto probabilmente realizzati con la tecnica del “Tieni stretto e fai finta di combattere”. Da perfetta pellicola di serie B. Che, a dire la verità, non mi è dispiaciuta del tutto.



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