Il fatto è che uno inizia a fare certi pensieri, inizia a chiedersi come sia possibile che abbia bisogno di aria per respirare: Toh guarda caso sul nostro pianeta l'aria c'è.
E poi si chiede come sia possibile che abbia bisogno di mangiare e toh ci sono la frutta, i pesci, i vitelli che sembrano messi apposta.
A questo punto con tutto quel pensare gli (sempre a uno, personaggio naturalmente di fantasia) viene sete, ma di acqua tanto ce n'è...
e poi gli piglia qualche altra voglia, NOOO! Il sesso non si può!
Eppure tutto l'armamentario c'è, perchè stavolta no?
Non si fa. E' peccato.
Una toccatina?
No, è peccato.
Neanche da soli?
Peccato.
Mortale.
E chi lo dice?
Il creatore che ha creato tutte le cose.
A un certo punto a uno vien pure voglia di conoscerlo sto creatore che ha creato tutte le cose: chi è? come è fatto? Porta il codino, ha la frangetta? Perchè non gli piace toccarsi?
Non si può.
E allora come si fà?
Bisogna aver fede.
In effetti quale buona ragione ci potrebbe essere per dubitare della sua esistenza e del fatto che la sua volontà sia insindacabile? Tutto quello che abbiamo intorno si capisce che sta lì per noi. Noi stessi siamo usciti proprio bene: belli, forti, intelligenti. Si può intuire che è opera del creatore che ha creato tutte le cose. E se qualcosa va male come minimo è perchè abbiamo peccato. Sì serve fede.
Questo può essere un metodo per interpretare la realtà, ma toh c'è anche chi ne usa un altro. C'è chi non garantisce una verità imperitura e immutabile ma la possibilità di capire ciò che ci circonda anche ammettendo di sbagliare e ritrattando le proprie tesi. Si fa domande, formula ipotesi e ne cerca un riscontro tangibile e dimostrabile nei fatti. Rimane esterrefatta di fronte a una natura che stupisce, terrorizza e ammalia senza bisogno di nessun intervento divino: Si chiama scienza.
L'immagine arriva dai Divagatori.