Il canale del digitale terrestre n. 26, Cielo, ha da poco iniziato a trasmettere in terza serata, all'una di notte, "C'è sempre il sole a Philadelphia", una delle serie più geniali degli ultimi tempi e allo stesso tempo una delle meno conosciute nel nostro paese. La trama di questo telefilm è abbastanza semplice e non lascerebbe presupporre niente di innovativo: in poche parole, la serie parla di quattro ragazzi, più il padre di due di loro (interpretato da Danny De Vito), che gestiscono un pub irlandese nella città di Philadelphia. Detta così, in effetti, sembra quasi banale, una sit-com come tante altre: invece questa è la serie più innovativa degli ultimi dieci anni, nessun dubbio a proposito. Nella mia personale classifica delle migliori serie tv di tutti i tempi la metto senza tema di ripensamenti al terzo posto del podio, subito dopo I Soprano (che ve lo dico a fare?) e Twin Peaks. In questo post mi piacerebbe spiegarvi i motivi per cui, secondo il sottoscritto, questa serie americana meriterebbe un maggior successo, e di conseguenza una collocazione oraria meno nottambula. Innanzitutto, per come la vedo io, una serie televisiva per essere degna di nota dovrebbe possedere almeno una caratteristica che la renda unica e originale rispetto a tutte quelle che ci sono state prima. I Soprano, in tal senso, hanno completamente stravolto il concetto di serialità introducendovi elementi da film d'autore (dialoghi filosofici, tematiche psicologico-freudiane, ellissi narrative, inquadrature innovative, neo-realismo e la più bella colonna sonora mai sentita in televisione). Twin Peaks, dal canto suo, ha mostrato al mondo intero il genio visionario e surrealista di David Lynch... ok, probabilmente queste cose le saprete già... quindi? Che cos'ha di talmente innovativo it's always sunny in Philadelphia per essere paragonata a due serie televisive d'autore come quelle che ho appena citato?
La risposta a questa domanda è abbastanza semplice: CSSP è la serie televisiva politicamente più scorretta di tutti i tempi: non ce n'è - e probabilmente non ci sarà mai - una altrettanto provocatoria, cinica e di cattivo gusto come questa. Non vi è un solo tabù moderno che sia stato risparmiato da questi ragazzacci: dalle droghe alla religione, dal sesso all'incesto; tant'è che ogni volta che mi guardo una puntata di questo show riesco quasi a sentirmi un uomo migliore. Perchè, diciamoci la verità, non c'è niente di più liberatorio che ridere sulle debolezze e sulle meschinità altrui, specie quando sono così esasperate da far sembrare le nostre delle cose di poco conto.
Piccola parentesi: a differenza delle prime due serie di cui parlo ad inizio post, in cui l'autore principale era uno solo (David Lynch/David Chase), gli autori di CSSP sono diversi; c'è il grande - non letteralmente parlando - Danny De Vito, e poi gli altri interpreti della serie (che ne sono anche gli ideatori e autori): Rob McElhenney, Glenn Howerton e Charlie Day. Chiusa parentesi.
Ma può una serie comica essere anche considerata d'autore? Beh, per quel che ne penso io, sì... non penso, difatti, che sia molto importante il genere (comico, drammatico, realista, minimalista) che si ""utilizza"", quanto l'elemento di innovazione che attraverso quel genere si esprime. Charlie Chaplin girava film d'autore che però erano anche film comici. Stesso discorso per Woody Allen (tranne per il fatto che quest'ultimo è ancora vivo e pare aver cambiato, almeno in parte, genere). I fratelli Farrelly, idem. Quindi non è che un film d'autore per essere tale debba per forza parlare di temi biblici ed avere un registro tra il drammatico e il tragico. C'è sempre il sole a Philadelphia è qui a dimostrarlo.
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