Fatale è che si parli di guerra, volendo pensare e aspirare alla pace. Se non ci fossero le guerre, forse non ci sarebbe bisogno di sostenere la pace, perché sarebbe quella la condizione naturale della vita umana. Invece bisogna conquistare la pace come conseguenza delle guerre. E nel mondo, oggi come sempre, ci sono tante, troppe guerre. Forse solo la poesia riesce a commuovere i cuori. E i poeti forse sono i veri profeti della pace.
I bambini giocano alla guerra
I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
Bertolt Brecht
Magazine Società
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