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C’è una lettera per te (Buon Natale)

Creato il 25 dicembre 2011 da Kris @zinfok
C’è una lettera per te (Buon Natale)

In modo quasi maniacale ho raccolto i petali delle margherite, complici di un gioco infantile che spesso proclama il “buon esito”. Sono bianchi di innocenza e così piccoli da rendersi fragili al solo sguardo. Ho deciso di metterli in una busta da lettera, spedirteli ed annunciarti la festa del mio cuore. È un invito a prendere parte alle sorprese che ho in serbo per te: niente polvere di stelle, niente lacrime di luna, solo delle semplici parole e piccoli gesti per riempire, anche il tuo cuore di festa. Ho rinnovato il passaporto: se vuoi, puoi controllare se è tutto in ordine, così che possa emigrare dentro di te e riempirti di completezza. Metterò anche quello dentro la busta e so già che sorriderai, non appena lo vedrai. Un sorriso particolare, tutto personale, divertito per davvero, felice: come quello che ho davanti a me, in questa tua foto. Il ritratto di un astronauta con il casco argentato e antenne a spirale pronto per la dura missione del divertimento in un pianeta felice, chiamato terra. In una mano, la pistola spara bolle per intrappolare i nemici nelle bolle di sapone e continuare il tuo viaggio, la tua avventura verso la meta finale: la conquista di un mondo così piccolo, visto attraverso gli occhi di un bambino. Hai viaggiato lungo le impervie vie del tempo, raggiungendo la tua maturità, attraverso i mari tempestosi dei dubbi, le tormente di neve delle difficoltà.
Ho comprato del tabacco, dei filtri e delle cartucce; diciamo per imitazione, e ho inserito un po’ di tutto questo nella busta. Così ti potrai preparare una sigaretta che poi fumeremo insieme, appena il carnevale dei tuoi occhi brillanti sarà iniziato, non appena mi vedrai. Sul cuscino ho sentito ancora una volta l’odore della tua pelle, dei tuoi capelli: ho cercato di conservarlo in un barattolo, ma sai, è difficile combattere con l’aria che ci circonda. Forse è una battaglia persa, però spesso riesco a percepirlo: solo per lievi istanti, ma sono istanti che rendono i secondi un eternità. Ho leccato con cura il bordo della busta, per chiuderla ermeticamente e non lasciar passare alcun profumo di serenità: quando l’aprirai, verrai investito dagli odori che tanto ci accomunano, per estasiare ogni tuo senso. L’inchiostro della mia penna scrive parole piene di voglia di vivere, che non hanno bisogno di una busta per essere inviate. Si lasciano trasportare tranquillamente dal vento: ti raggiungeranno e ti avvolgeranno per stringerti e baciarti. La vita che vogliamo la facciamo, senza alcun tentennamento. Respireremo controvento, non sarà difficile.
Porto sempre con me quei segni matematici, quelle lettere greche che per me assumono un significato ben diverso rispetto a quello di una formula complicata: in mezzo alle parole possono non avere un senso, ma lo hanno dal momento in cui ti appartengono; frutto di una mano ferma, consapevole, tenace, quasi divertita nel mescolare la sacra matematica con la profana scrittura. Un connubio mescolante che si completa vicendevolmente; Simboli indelebili che tentano di trovare una soluzione per ogni cosa che appartiene al mondo e non. Come giustificare un cielo di diamanti, come poter capire la bellezza di parlare con l’autunno che, con il suo arrivo, fa morire la natura intorno, per poi farla risorgere ciclicamente in una rigogliosa primavera? Beh, prima o poi riusciremo a capirlo, per ora cerchiamo di apprezzare questa incomprensione senza farci troppe domande. Rischieremo di rovinare la bellezza e l’unicità dell’attimo: spesso è meglio non sapere e vivere nell’infantile ignoranza. A volta la bugia è la cosa migliore, ma con te è inutile parlare di bugie, non sono necessarie. Una verità costante che viaggia sul filo diretto del paradiso, ha lasciato segni percettibili che hanno costruito ciò che siamo ora, insieme.


Sulla busta scriverò il simbolo dell’infinito, perché è questo quello che sento ora: una felicità infinita. Basterà quello per riuscire a farti recuperare la mia sorpresa, visto che ogni cosa è guidata dal suo perché. Ho deciso di scriverlo bello grande, in una linea unica, senza staccare la penna dalla superficie. Farò una parte leggermente più grossa, lo so già, anche se il vero simbolo è simmetrico. Non traccerò alcun reticolato per raggiungere la perfezione, so che apprezzerai lo stesso la mia precisa imperfezione. La candela che mi fa luce in questa notte di pensieri sta per spegnersi, anche se non vorrei smettere di scrivere. Sai, è un istinto più forte di me, continuerei imperterrito, anche senza scrivere nulla, solo per ripetere quanto siamo fortunati. Ho visto quella piccola fiammella tramare nel buio per molti secondi: forse era giunto veramente il momento di trasformare tutti quei pensieri in sogni ed addormentarmi nella prospettiva del domani, quando in giornata ti arriverà questa mia incondizionata passione. Busserà alla porte, con battito deciso sulla porta. Non suonerà il campanello.
Porto tutto il necessario sul comodino, mi fumerò l’ultima sigaretta prima di addormentarmi: l’accendo con gli ultimi istanti di questa candela facendo sfumare le ultime bave di pensieri, con gli occhi gonfi e arrossati dalla stanchezza. Mentre aspiro, sbadiglio per l’ultima volta nella nottata. Spengo la sigaretta e abbraccio la mia visione di te, le do un bacio e sorrido al giorno che mi aspetta. Chiudo gli occhi e nell’oscurità delle mie palpebre inizio a guardarti, ad immaginarti, a sognare. Rimango ancora qualche istante nella magia del dormiveglia, prima che Morfeo mi venga a rapire definitivamente e mi porti nel mondo del sonno più profondo. Auguro una dolce buona notte a te, al piccolo mondo dei tuoi sogni d’incanto. La buona stella ti cullerà con la sua luce e ti proteggerà. Non ha più bisogno di annunciare la nascita del Salvatore. Domani sarà un giorno meraviglioso ed io, in qualche modo, sarò con te il giorno di Natale.

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