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C'era una volta il terzo tempo

Creato il 12 ottobre 2011 da Rightrugby
C'era una volta il terzo tempo Questo post prende spunto da una notizia che arriva dalla Francia: il caso Olivier Missoup (nella foto), giocatore del Tolone, oggi trattenuto "guardato a vista" nel commissariato di Montpellier.
Prendiamola alla larga: era bello ai nostri tempi crescere con dei riferimenti, dei punti fermi ben precisi. Oggi, in pieno relativismo e svaporamento di ogni rispetto - per l'autorità, per i più anziani, per il cursus honorum, per tutto -non si può più, sia nella vita di tutti i giorni sia giocoforza nello sport, che ne è un potente riflesso.
A difendere riferimenti sgretolati e pericolanti, si fa la figura non tanto dei tradizionalisti  - non ci sarebbe nulla di male - ma dei fuori dal mondo, attaccati a qualcosa che non ha futuro e appeal per le nuove generazioni, magari dai riferimenti culturali del tutto diversi, in questi tempi di globalizzazione accelerata e selvaggia. Al limite bisognerebbe lavorare sodo per ripristinarli, quei riferimenti, cosa molto diversa dal fingere che ci siano ancora e che sia pacifico per tutti capirli, valutarli come positivi e produttivi e quindi adottarli.
'Sta cosa molto triste vale a maggior ragione nel rugby, sport intriso di "valori": a volte si finge che vada tutto bene, altre volte a fronte dell'evidenza, si preferisce imboccar le scorciatoie: si dà tutta la colpa del degrado all'avvento del  Professionismo, così nessuno deve agire perché nulla si può fare.
Su queste colonne da tempo ad esempio indichiamo l'ipocrisia attorno al tema dell'arbitraggio, sfociata anche in questo mondiale in un "caso" sufficientemente clamoroso, definito "rapina" dal neutrale Jaques Brunel, prossimo ct Azzurro.
Ora, e veniamo al caso Missoup, è un ulteriore caposaldo a cadere: la sacralità del "terzo tempo".
Il terzo tempo del rugby non è come credono quelli del calcio, l'attesa dell'avversario all'uscita (non per menarlo ma) per applaudirlo. E' di più, è un atto profondamente ancestrale: condividere cibo e bevande tra parti che si sono combattute. Serve per rinsaldare un vincolo, una fraternità tra coloro che se la son sentita di scendere in campo e sfidare la forza altrui a viso aperto - e più o meno secondo le regole; chi l'abbia fatto fino in fondo, vincente o perdente che sia, può legittimamente guardare l'avversario nelle palle degli occhi, discutendo in modo conviviale, ridendo e scherzando, mangiando  e bevendo tra commensali, tra pari.
Cos'è successo a Montpellier? Nel corso del ricevimento post partita Montpellier - Tolone del 30 settembre (terminata 19-6), c'è stato un violento alterco tra i flanker opposti Missoup e Remy Martin, 29 e 31 anni quindi non di primo pelo, il secondo per giunta è un ex nazionale ed ex capitano del Bayonne trasferitosi quest'anno. Quest'ultimo, aggredito con violenza a pugni e calci, ha sporto denuncia; il tolonese è stato convocato oggi dalla polizia di Montpellier, dov'è arrivato accompagnato da un avvocato, dal compagno di squadra Mathieu Bastareaud e dal presidente Mourad Boudjellal, probabilmente accreditati anche come testimoni a discarico. La difesa del tolonese: esser stato provocato con l'epiteto razzista "Bamboula" ("tamburo", spregiativo di africano in Francia), fatto negato da chi l'ha denunciato.
Chi abbia ragione poco ci appassiona; quel che è triste è assistere alla caduta assolutamente culturale di un ulteriore caposaldo. Durante un terzo tempo si apostrofa un avversario insultandolo in modo razzista o meno? Francamente, sia detto tra noi e non si sappia troppo in giro, non sarebbe la prima volta che succede, nonostante il rugby non sia di per sè un ambiente adatto alle teste calde. Solo che, dopo aver detto quel che era rimasto nella strozza, o ci si beve sopra assieme oppure ognun per sè. Non stavolta.
Difatti, quel che non ha alcun senso è il seguito: accapigliarsi a calci e pugni, manca solo la tirata di capelli da lavandaie. Il colmo poi per gente abituata a metterci la faccia, è concludere il tutto sporgendo denuncia all'Autorità! Ma dove siamo finiti, su Scherzi a parte? Non si staran tutti prendendo un po'  troppo sul serio, immigrati o visigoti purosangue che siano ?
Avanti di questo passo, toccherà metter le transenne nelle club house come negli stadi di calcio, e quel che è peggio,  pure a noi toccherà cambiar nome alla nostra rubrica di "alleggerimento" ...

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