C'era una volta un'isola chiamata Irlanda.
Somigliava molto ad un quadro dipinto ad olio dalla mano curiosa di un pittore di strada.
Credo che questo pittore amasse particolarmente il verde.
Aveva dipinto un'isola che ne conteneva ogni più piccola sfumatura.. E a volerle contare tutte sarebbero passati i secoli.
C'era una volta il cielo d'Irlanda incredibilmente basso, ma non so il perché.
In realtà ho provato a fare una ricerca e credo dipenda dalla posizione delle nuvole. O forse è solo magia, chissà.
La cosa certa è che il tramonto sembrava non arrivare mai, giorno dopo giorno.
C'erano pecore, tantissime pecore, pecore ovunque. La maggior parte, addirittura, aveva il muso nero. Non è una cosa buffissima?
C'era una volta l'oceano e c'era anche la sua forza spietata. C'erano panorami e scogliere altissime dalle quali sembrava si potesse precipitare da un momento all'altro per via di un vento possente e testardo.
C'erano il Nord e il Sud e l'Est e l'Ovest e il Centro. C'era la sensazione di trovarsi in una fiaba o in un luogo incantato.
C'erano arcobaleni, fiocchi di neve, tempeste e raggi di sole che si davano il cambio ad ogni secondo con un'imprevedibilità di fronte alla quale non si può far altro che arrendersi.
C'era una volta la birra e ce n'era un bel po' a dire la verità.
C'erano canzoni tradizionali intonate con una mano sul cuore da qualche veterano in un minuscolo pub di un minuscolo paese.
E pensate un pò: quella canzone la conoscevano tutti.
Beh, tutti tranne noi.
C'era una volta la colazione, quella buona che ti riempie e che se devi guidare ti fa venire anche sonno. C'era il bacon, l'uovo, il pane scuro con il burro e pure la salsiccia. E poi c'erano budini salati strani dei quali non credo vi interessi la alquanto discutibile ricetta.
C'era il sapore forte della cucina tipica gustata in un pub tradizionale insieme ad una bella pinta.
C'era una volta la strada e la gioia nel percorrerla metro dopo metro, curva stretta dopo curva ancora più stretta. Forse troppo.. stretta.
C'era la guida dalla parte opposta e l'istinto di schiacciare il freno ogni volta che spuntava una macchina sull'altra corsia.
C'erano mappe e villaggi sperduti e autogrill dove comprare bollente coffee to go versato in bicchieroni enormi. C'erano le tipiche incazzature di quando prendi la traversa sbagliata ma che poi non fa nulla e scoppi a ridere, è la strada ed è bello anche per questo.
C'era una volta il conteggio delle Contee attraversate.
E poi c'era anche la gioia nel perderlo, il conto.
C'era una volta la storia nella più vera concezione del termine: quella che parte da millemila anni fa ma che ancora non è stata del tutto scritta.
C'erano monumenti antichi e l'odore di guerre civili non troppo lontane, c'era il patriottismo e le diversi correnti di pensiero.
C'era un'isola divisa in due.
C'era una volta la letteratura e c'erano innumerevoli simboli a ricordarla.
Ma ehi, anche io ricorderei Oscar Wilde se invece di bighellonare lungo le strade irlandesi avesse bighellonato su quelle della mia città.
C'era il caos delle capitali, la tranquillità di paesi fantasma e l'immensità della natura.
C'era la voglia di mettersi a correre e urlare in campi incontaminati e meravigliosi.
C'erano troppe cose che mi hanno fatto battere il cuore ed emozionare.
Ora ci sono foto, parole gettate in un diario, appunti sparsi.