Alzi la mano chi di voi (compresi i nostri bambini) ricorda un particolare della carta che avvolgeva almeno uno dei regali ricevuti questo Natale.Io per prima non ne rammento nessuna.
Eppure non riesco a dimenticare nessun dettaglio di quella che copriva un pacco ricevuto il giorno dell'Epifania di molti anni fa.
Allora non si ricevevano molti regali anzi, a dirla tutta proprio nessuno, neanche a Natale.
I miei genitori giovani emigrati dal Sud Italia, dicevano che da loro non si usava; con il passare degli anni ho capito che non era questo il vero motivo, comunque allora accettavo senza oppormi questa "tradizione" nonostante i bambini del Nord parlassero con una certa veemenza dei loro doni natalizi.
Proprio per questo la festa più attesa era quella dell'Epifania.
La grande fabbrica dove mio padre lavorava come operaio organizzava ogni anno una festa a teatro per i figli dei propri dipendenti e alla fine dello spettacolo, tutti i fila indiana, noi bambini sfilavamo davanti ad un grande tavolo per ritirare il nostro regalo.
Ancora oggi rivivo quei minuti di attesa che mi separavano dal mio pacco e l'emozione che mi assaliva mentre mi sporgevo il più possibile per afferrare l'unico regalo di Natale.
La carta che avvolgeva il pacco era metalizzata, rossa nella parte esterna e argentata all'interno, non liscia e uniforme ma con dei piccoli cerchi irregolari che si intrecciavano tra loro creando dei giochi di luce.
La scatola non conteneva giocattoli bensì un sacco di dolciumi, avvolti in altrettante coloratissime carte, ed era proprio una gran festa...ancora oggi quanto sono grata alla Befana della fabbrica!
Un libro per riflettere sulla povertà di ieri...e di oggi.