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C’era una volta una storia

Da Atlantidekids @Atlantidekids

C’era una volta una storia di Giovanna Zoboli e Camilla Engman – Topipittori 2013

Sono sempre stata convinta, sin dalle mie prime riflessioni ragazzine, che ci fosse un rapporto stretto e indissolubile tra la fantasia e la logica dell’accostare pensieri tra loro sconnessi dei bambini e il metodo assolutamente studiato e rodato della scrittura narrativa. Che quel che un cantastorie opera nel raccontare leggende e miti, rinarrando, aggiungendo, togliendo, allontanando un personaggio o facendone avvicinare un altro, non sia che quel che opera un bimbo ispirandosi ai ricordi di una fiaba sognata, ascoltata tante volte o solo di sfuggita, quando racconta, in maniera più o meno lineare un’altra storia, che in quella “deputata” si innesta per diventare un’altra, unica, certamente non rinarrabile; di quelle storie che anche a provarci, e pur volendolo, non si riuscirebbe a raccontarle ancora una volta allo stesso modo.

Ugualmente, sono sempre stata convinta che questa straordinaria capacità naturale venga meno e divenga pratica studiata (in certi fortunati casi con risultati eccellenti che possiamo definire ‘storie’) nel momento in cui ci si imbatte nella didattica o nella coscienza del processo creativo.

C'era una volta una storia di Giovanna Zoboli e Camilla Engman - Topipittori 2013

C’era una volta una storia di Giovanna Zoboli e Camilla Engman – Topipittori 2013

Per questa ragione, leggendo C’era una volta una storia di Giovanna Zoboli e Camilla Engman, ho assaporato la gioia pura di essere coinvolta in una storia che proprio narrando, per parole e immagini, apre uno spiraglio di coscienza lasciando tuttavia, in maniera assolutamente naturale, il campo libero alla vena immaginifica e innata che alberga in ciascun piccolo lettore. E parlo di lettore, omettendo di proposito il termine ascoltatore che di solito sempre associo al primo, perché questo albo è assolutamente adatto anche alla lettura autonoma, per immagini, dei bimbi in età prescolare, cosa rara, specie quando nonostante ciò, o forse proprio grazie a ciò, il testo si coniuga con piena spontaneità alle immagini.

In questo senso la frase con cui la storia nasce e s’avvia è propriamente un manifesto: “C’era una volta una storia. La storia abitava in un libro. Il libro era di un bambino. Ma il bambino non sapeva leggere. Però guardava le figure. Così della storia sapeva già molte cose: tutte cose interessanti.”

C'era una volta una storia di Giovanna Zoboli e Camilla Engman - Topipittori 2013

C’era una volta una storia di Giovanna Zoboli e Camilla Engman – Topipittori 2013

Sono tutte queste cose interessanti che non sfuggono all’occhio assetato di dettagli di un bimbo che ancora non legge le parole, che nutrono la storia a seguire: in questa storia c’è un cane verde che viaggia su una valigia che naviga su un torrente tumultuoso (o vola sulle nuvole?); c’è una donna con in testa un pappagallo; c’è un gatto ballerino. Quando la mamma lascia la stanza, dal libro, complice la morbidezza della notte, escono personaggi che s’avvicendano in una ridda di piccole, semplici avventure; avventure che il bimbo condivide coi suoi giochi, i quali divengono anch’essi cantastorie; il libro passa di mano in mano, di lettore/narratore in lettore/narratore, per arrivare persino tra i raggi del sole, poco prima dell’alba grazie alla precedente lettura della luna. Il sole non ha mai avuto un libro, sebbene sia testimone di molte storie, non ne ha posseduto nessuno e vorrebbe tenerlo per sé, interrompendo così il ciclo narrativo. Per fortuna interviene l’Oca selvatica, simbolo di una conoscenza e saggezza antica che prescinde dall’informazione e dal metodo, che rispecchia quindi quella dell’infanzia, libera e profonda. L’oca selvatica parla al sole e il sole restituisce il libro al suo primo proprietario. E la storia, così, ci sarà ancora una volta.

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Titolo: C’era una volta una storia
Autore: Giovanna Zoboli e Camilla Engman
Editore: Topipittori
Dati: 2013, 32 pp., 18,00 €

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