Prima giornata al Ca’ Foscari Short Film Festival 5, il primo festival di cinema in Europa interamente ideato, gestito e organizzato da un’università.
Il primo intervento ha visto protagonista Lily Filson, dottoranda di Ca’ Foscari e regista, il cui ultimo lavoro cerca di trovare nuovi metodi per avvicinare il mondo accademico a quello dell’entertainment; presentando il suo corto Audobon Dark ha dichiarato: “Questo è il mio primo tentativo di cortometraggio e in futuro spero di riuscire a fondere l’impegno accademico con il mondo delle animazioni attraverso nuovi progetti”.
A seguire lo studioso di cinema Fabio Francione ha presentato il programma speciale Pasolini40; un omaggio a Pier Paolo Pasolini a quarant’anni dalla morte. Per onorare il suo fondamentale contributo al mondo del cinema sono state presentate due sue opere (La ricotta, Totò al circo) e due documentari (Pier Paolo Pasolini: l’intervista sotto l’albero e Salò, l’ultimo film di Pier Paolo Pasolini).
Particolare attenzione è stata poi dedicata al programma speciale (a cura di Indranil Bhattacharya e Cecilia Cossio) Film & Television Institute of India: da questa scuola – dove per breve tempo ha insegnato il grande cineasta Ritvik Ghatak, lasciando un’impronta indelebile – sono usciti alcuni tra i nomi centrali del cinema indiano. I cinque cortometraggi presentati sono frutto del lavoro di alcuni tra gli studenti più meritevoli dell’istituto: THE GLASS PANE (La lastra di vetro) di Kumar Shahani (giurato dello Short dell’anno scorso) sulla incomunicabilità contemporanea, a volte simile a invisibili lastre di vetro; YATRIK (Il pellegrino) di Mani Kaul: una visita nelle grotte buddhiste di Ajanta sembra quasi provocare quella che in Occidente chiamiamo Sindrome di Stendhal; KRAMASHA (Continua) di Amit Dutta, una storia tra sogni, racconti popolari, leggende e miti; GIRNI (La macina) di Umesh Kulkarmi: quando il rumore di una macina può scatenare una rivolta…; ALLAH IS GREAT (Allah è grande), di Andrea Iannetta, unico studente italiano ammesso al FTII e ospite del festival: un racconto per ricordarci che non vale sempre la pena arrivare in orario…
Si è tenuta poi l’inaugurazione ufficiale del festival con i saluti istituzionali del Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Michele Bugliesi, del prorettore alle attività e rapporti culturali dell’ateneo Flavio Gregori e del direttore artistico e organizzativo del festival Maria Roberta Novielli.
Successivamente si è svolta la prima delle tre giornate del workshop Anymation, a cura di Davide Giurlando, sui temi dell’intersezione tra realtà e animazione e sulle tecniche miste di ripresa dal vivo e animazione tradizionale.
A chiudere la prima giornata di festival, si sono proiettati i primi sei cortometraggi del concorso internazionale. Ad aprire la sezione è stato Interview di Mikkel Okholm: corto animato in cui un giovane uomo si presenta per un colloquio di lavoro molto importante, del quale però non sa nulla. Lo accolgono due arcigni e imperscrutabili burocrati che lo sottopongono a domande e prove sempre più oltraggiose e assurde fino al comico e paradossale finale. Dopodiché si è proseguito con Aller contre di Nora Burlet, in cui due ragazze adolescenti tentano una fuga impossibile, cercando di buttarsi in una vita senza le regole che le soffocano e con Fremdkörper – Out of place di Ozan Mermer: in questo film, ambientato in quella zona grigia che sono i campi di accoglienza dei profughi, il protagonista subisce violenze fisiche e psicologiche a seguito della morte del compagno di stanza. E poi: Eishech, Teshukatech – Longing dell’israeliano Nadav Mishali, che indaga il rapporto di coppia da un punto di vista femminile, e El hombre que se rescató a la princesa di Marissa Viani Serrano, storia di un seminarista che tenta di affrontare la sua fortissima attrazione per una donna. La prima giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival si è conclusa con Bruder – Brother di Jarek Duda: in questo corto il protagonista, un ragazzo che per ottenere una situazione sociale migliore si dà alla malavita, si troverà costretto a decidere tra la lealtà al gruppo di cui fa parte, e all’amore per il fratello minore, piombatogli in casa dopo la morte della madre.
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