Anche perchè il paziente zero, cioè il vettore da cui è partita la malattia non è che abbia voglia di restare ancora imprigionato....
Sequel o meglio prequel apocrifo ambientato in Repubblica Dominicana di un brand creato da Eli Roth con il film del 2002, una pellicola che aveva diviso la platea horror tra sostenitori indefessi e accaniti detrattori.
Dopo un sequel del 2009, più o meno ufficiale che è stato diretto dal talentuoso Ti West, siamo al terzo film , ancora più a basso budget del primo e del secondo film , diretto da Kaare Andrews che ha al suo attivo vari corti, un film visto dai soliti quattro gatti, Altitude, e un segmento ( la lettera V ) di ABCs of Death, cinque minuti di cui non ho neanche il ricordo più pallido.
Parlar male di questo film è un po' come tirare sul pianista o sparare sulla Croce Rossa ma al suo interno ha quei due tre momenti che risollevano un po' la qualità non proprio altissima del tutto.
In un andamento comune a millemila altri horror con la solita mezz'ora accademica di ritardo in cui succede poco o nulla ( a parte qualche scena del laboratorio che fa intuire quello che avverrà) si cerca di inserire qualche variazione sul tema : come al solito personaggi trattati come carne da macello che non si empatizzano per nulla, il crescendo standard di sangue e frattaglie ma d'altro canto abbiamo un paziente zero che non è solo una vittima innocente come sembra e questa già può essere considerato un piccolo barlume di originalità, una lotta selvaggia tra due infette che procede anche con armi non convenzionali ( chi vedrà il film capirà che cosa intendo, diciamo una cosa abbastanza ironica, ci mancava solo il fango e che le due ragazzuole lottassero tra di loro vestite solo di bikini ridottissimi) in cui le due ex bellezze perdono pezzi peggio delle case romane di Pompei e un finale che viene snocciolato durante i titoli di coda in rewind,
Altra cosa positiva è che di computer grafica non c'è traccia: è tutto fatto artigianalmente e diciamo che il reparto effetti e make up non sfigura di fronte a produzioni ben più danarose.
Cabin Fever: Patient Zero non è un film da difendere propriamente a spada tratta, ma non è neanche lo sfacelo che immaginavo quando mi sono apprestato a vederlo.
Ha una bella ambientazione esotica, un gruppo di attori che non sono così cani e degli effetti di make up che riescono a impressionare.
Certo non è nulla da ricordare,anzi.
Diciamo bruttino ma con grazia, cerca di essere simpatico non prendendosi mai troppo sul serio , questi film fatti in modo piuttosto rustico in qualche maniera estorcono almeno la simpatia per le maestranze che vi hanno operato e poi almeno non abbiamo come protagonista la solita manica di imbecilli che inanella minchiate in serie.
Diciamo che nelle loro azioni c'è una certa logica, poca, ma c'è.
Cabin Fever : Patient Zero è uscito direttamente in dvd. Si vocifera di un ulteriore sequel/prequel che dovrebbe vedere la luce nel 2014.
Beh , speriamo di no.....
( VOTO : 5 / 10 )