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Il monastero di S. Maria di Cotrino

Creato il 08 giugno 2015 da Cultura Salentina

Il monastero di S. Maria di Cotrino

8 giugno 2015 di Redazione

di Lucio Causo

Madonna Monastero di Cotrino
Quest’anno il nuovo Santuario di S. Maria di Cotrino, in Latiano (BR), compirà ventitre anni dalla costruzione. Dalla posa della prima pietra, voluta dai frati cistercensi, fino a quando venne innalzata al cielo la splendida, ampia e maestosa chiesa di SS. Maria, patrona della città di Latiano, passeranno ventitre anni.

Attualmente a Cotrino esistono due Santuari dedicati alla Vergine: l’antico, che custodisce l’insigne affresco della Madonna, rinvenuto ai primi del 1500 in quella contrada da una giovane contadina miracolata, e il nuovo, nel quale troneggia il grandioso mosaico dedicato alla Madonna.

La notizia del prodigioso rinvenimento si propagò nel corso dei secoli nei dintorni, finchè, il 20 agosto 1922, festa di S. Bernardo, un piccolo gruppo di monaci cistercensi della Congregazione di Casamari (FR) fece il suo ingresso nella piccola chiesa di Latiano accolto da una folla festante. Tutto questo era stato possibile grazie all’interessamento del Beato Bartolo Longo, il fondatore di Pompei, figlio di Latiano, ed innamorato di Maria. Il 7 novembre 1992, il Vescovo di Oria finalmente consacrò la nuova chiesa espressione della fede dei frati di S. Bernardo per la loro Madre Celeste.

L’ordine monastico dei Cistercensi, fondato nel 1098, a Clairvaux, ha diffuso anche in Italia la spiritualità, la riforma liturgica, l’arte e l’architettura irradiate da una nuova cultura promossa dalle abbazie.

La regola dei cistercensi deriva da quella dei cluniacensi che si ispiravano a San Benedetto da Norcia. Callisto II nel 1119 ha approvato lo statuto dei cistercensi, che avevano edificato la prima abbazia nel 1098 ad opera di Roberto Molesme, monaco benedettino, fondatore dell’ordine e venerato come Santo dalla chiesa cattolica. Nel 1184 a Clairvaux si contavano fra i monasteri affiliati 80 dipendenze per la crescita straordinaria di San Bernardo, promotore della nascita di abbazie, che alla fine del XIII secolo divennero nei territori europei più di 700.

L’abbazia di Fossanova è del 1137, vi morì San Tommaso d’Aquino, quella di Casamari è stata costruita negli anni 1203/1217, da essa dipendevano le altre abbazie oltre ai monasteri, fra i quali quelli di Cotrino e di Martano, dei secoli successivi.

La storia registra l’atteggiamento negativo dei pontefici avignonesi verso i cistercensi protetti dalla bolla del 1336 di papa Benedetto XIII che regolò le costituzioni di tutti gli ordini religiosi.

L’ordine dei cistercensi nella seconda metà del 1300 subì consistenti difficoltà dovute alla crisi economica del tempo e soprattutto alla concorrenza di altre comunità. Nel periodo avignonese subì rilevanti tassazioni, nel 1497 Alessandro VI stabilì che le Congregazioni di San Bernardo dislocate in Italia dall’XI al XV secolo provvedessero a collegarsi fra loro in tutti i loro adempimenti.

Le abbazie di San Giovanni in Lamis, di Santa Maria di Ripalta, di Santa Maria Incoronata, di Santo Spirito della Valle del fico, di Santa Maria dello Sterpeto a Barletta ed a Polignano a Mare, di San Vito, di Santa Maria del Galeso, di Santa Maria della Carità a Ginosa, quella di Santa Maria di Latiano, sorsero tutte in Puglia, insieme alle abbazie femminili di San Benedetto a Conversano, con la consorella di Polignano a Mare, di Sant’Antonio Abate ed Acquaviva delle Fonti, e di Santa Maria di Loreto a Valenzano.

Louis J. Lekai, monaco cistercense docente nell’Università di Dallas, negli Stati Uniti d’America, ha confermato queste notizie nella sua poderosa opera edita in italiano dalla Certosa di Pavia nel 1989 con il titolo : I Cistercensi, ideali e realtà.

E’ merito dei cistercensi quello di aver introdotto in Italia lo stile gotico, nato in Francia nel XII secolo. Esso è costituito da linee verticali, da archi a sesto acuto che suggeriscono ai cistercensi di edificare le loro chiese orientate da est ad ovest, con abside rettangolare, la navata centrale a botte, le sale capitolari, le celle dove dormivano i frati con poca luce, ed il chiostro, quasi sempre coperto.

Le chiese dei cistercensi mancano di finestre, se di esse ve ne sono, presentano misure ridotte perché San Bernardo, seguendo le regole di Sant’Agostino, imponeva di pregare nella penombra, in assoluto raccoglimento.

Jean Gimpel, afferma che San Bernardo fu in rapporti amichevoli con l’abate benedettino Sugerio di Saint Denis, ma l’autorevole storico francese assicura che i monasteri cistercensi rimasero sempre austeri, mentre gli altari di Saint Denis, sede dei monumenti sepolcrali dei re di Francia, furono ornati ed esposti ai fedeli con la luce ottenuta dalle modifiche apportate agli edifici.

I cistercensi della comunità di Cotrino (contrada che si trova lungo la strada che da Latiano conduce a Francavilla, in terra di Brindisi) hanno inaugurato il 7 novembre del 1992 una nuova chiesa con una cerimonia presieduta dal Vescovo di Oria, Mons. Armando Franco, alla presenza di S.E. Ugo Tragni, Abate di Casamari, per affidarla al priore Ruggiero Dibitetto.

La nuova chiesa di Cotrino è stata progettata dall’Ing. Oronzo Sticchi di Maglie il quale negli anni trenta volle trasferire il suo studio tecnico in Africa Orientale (nel 1940 i cistercensi erano presenti con un loro priorato in Asmara) e dopo il suo rientro in Italia progettò nella località di Cotrino la chiesa con lo stile gotico tradizionale e con l’apertura sul tetto centrale per permettere il passaggio della luce assecondando in tal modo le esigenze dei fedeli provenienti da diversi luoghi della regione.

L’inaugurazione del nuovo santuario di Cotrino non poté contare sulla presenza dell’ing. Oronzo Sticchi, deceduto da un po’ di tempo. Pertanto, l’illustrazione del maestoso tempio fu espletata dal figlio, ing. Luigi Sticchi.

Il monastero cistercense del XVII secolo di Martano conserva, fra l’altro, una raccolta museale ed una pregevole biblioteca ordinate dall’illustre Magistrato Michele Paone, autore di preziosi repertori, ospitato dalla comunità di questo convento fino agli ultimi anni della sua vita.


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