Alle vicende della Seconda Guerra Punica (218-202 a.C), si aggiungono le storie di Cabiria (Lidia Quaranta), Maciste (Bartolomeo Pagano) e Fulvio Axilla (Umberto Mozzato), personaggi di pura invenzione ma che acquistano spessore e credibilità nel racconto. In particolare Maciste, è un personaggio che ha segnato un’epoca, sulla scia dell’Ursus di Quo Vadis?. Raccontare l’intera storia sarebbe inutile e potrebbe riempire tre pagine, basti dire che è un film che ha fatto epoca, e che deve essere visto e tenuto presente al di là di tutto. Non parlo solo del racconto o delle scenografia, si sono fatti passi avanti incredibili a livello tecnico, e le innovazioni e gli espedienti tutilizzati per girare le incredibili scene, non possono essere inclusi in un unica monografia.
La mancanza di un’edizione dvd del restauro del 2006 è una delle maggiori testimonianze di come il cinema muto sia spesso trattato. Servirebbero dei mecenati e invece ci ritroviamo incagliati in questioni di diritti e problematiche complesse. A distanza di otto anni, per altro, ci sarebbe bisogno di un secondo restauro, questa volta in digitale, che porterebbe via altri anni e altri soldi. Insomma la situazione è complessa e non resta che sperare in un miracolo. Il film comunque gira l’Italia, quindi se ne avete l’occasione fiondatevi a vederlo; nonostante le tre ore di lunghezza ne sarà al valsa la pena e cambierete per sempre il modo di intendere il cinema.
E comunque “er dramma de Sofonisba nun l’ha capito nessuno“
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