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Caccia alla streghe a Milano. I luoghi delle esecuzioni.

Creato il 15 dicembre 2014 da Il Viaggiatore Ignorante
Caccia alla streghe a Milano. I luoghi delle esecuzioni.
Milano, come molte città Europee, vanta antiche tradizioni legate ad arti magiche, pozioni e intrugli di erbe che affondano le loro radici in antiche religioni e credenze. Questi comportamenti, che oggi vengono associati a cialtroni o più semplicemente ignorati, in un passato non così remoto vennero repressi e condannati lasciando spazio ad uno dei periodi più bui e cruenti della storia che passa sotto il nome di Inquisizione.
Nei quasi 400 anni compresi tra la fine del 1300 ed il 1680 vennero torturati e condannati a morte imprecisato numero di persone colpevoli molto spesso di tenere comportamenti “strani” rispetto all'uso comune e nel casi più gravi additati come maghi, streghe o fattucchiere, molto spesso erano i malcapitati stessi ad autoaccusarsi dopo essere stati logorati da continue torture.
Caccia alla streghe a Milano. I luoghi delle esecuzioni.Milano aveva vari luoghi dedicati alle esecuzioni ma tra i più famosi vi è senza dubbio il pianoro che corrisponde all'attuale Parco delle Basiliche in Piazza della Vetra. In quel luogo, un tempo caratterizzato da una depressione del terreno oggi colmata da un terrapieno che rende la zona più fruibile, scorreva l’ omonimo canale Vetra o Vepra e nei pressi delle sue sponde si affacciavano i laboratori dei conciatori di pelli (chiamati Vetreschi), che mondavano le loro merci nelle acque del fiume prima di poterle conciare.
Caccia alla streghe a Milano. I luoghi delle esecuzioni.Una lunga lista di giustiziati passò per il patibolo di Piazza della Vetra che era allestito nei pressi dell’ attuale statua di San Lazzaro, che veniva raggiunto tramite un percorso che incominciava dal lato opposto del prato dove ancor oggi si notano delle pietre disposte a T, molti pensano che siano in relazione con il ponte che portava al patibolo, ma non v’è documento a conferma di questa tesi.Tra gli accusati di stregoneria che passarono sulla anonima passarella in legno sul Vetra chiamata, a ragione, Ponte della Morte o dei Sospiri, ricordiamo :
- Marta de Lomazzi o La Mazza (22 Dicembre 1599), 
- Isabella Arienti detta la Fa bene e Gabbana la Montina (10 Giugno 1603) 
- Doralice de’ Volpi (21 Giugno 1611)
- Antonia de’ Santini (nel 1611),
- La fantesca pavese Caterina de Medici (nel 1617), accusata di aver tentato di avvelenare il suo padrone, 
- Il senatore Luigi Melzi.
- Giacomo Guglielmotto (nel 1620)
- Angela dell’Acqua e Maria de’ Restelli (nel 1620), 
- Anna Maria Pamolea, padrona, e Margarita Martignona, sua serva (nel 1641).
Queste Sono le ultime due streghe condannate a Milano, anche se le esecuzioni per altri reati continueranno ben oltre, fino al 1814.Un’ altro luogo tristemente noto alla storia per le pubbliche esecuzioni è Piazza dei Mercanti proprio di fronte al palazzo dei Giuriconsulti, di fronte a piazza del Duomo, dove nel 1385 venne giustiziato sotto gli occhi di una nutrita folla tale Gaspare Grassi da Valenza, mentre nel 1490 venne arsa Antonia da Pallanza condannata per stregoneria.
Caccia alla streghe a Milano. I luoghi delle esecuzioni.La piazza antistante a Sant'Eustorgio, della cui omonima chiesa abbiamo pubblicato un articolo, ospitava un patibolo che ha visto esalare gli ultimi respiri, tra i tanti rei e delinquenti, anche donne accusate di stregonerie. Tra gli atti di processi per stregoneria arrivati integri ai nostri giorni ricordiamo in particolare quelli di due donne: Sibilla Zanni e Pierina Bugatis, ree di aver partecipato a sabba e messe nere organizzate nella foresta che allora avremmo visto nella zona dell’ attuale corso di Porta Romana e più precisamente poco lontano dall'Università degli Studi in Via laghetto, dove si racconta che abitasse una potente strega a capo di quelle del Verziere.Leggenda vuole che nella zona nessuno si ammalasse mai di peste, questo fatto bastò per etichettare il luogo ma molto probabilmente la ragione del mancato contagio era dovuta alla presenza di polvere di carbone, molto abbondante in via Laghetto in quanto porticciolo di scarico del combustibile fossile, la cui presenza impediva il prolificare ed il diffondersi dei parassiti responsabile della malattia.Anche se la maggior parte dei luoghi che furono testimoni di tante sofferenze sono oggi molto cambiati, è importante mantenere memoria storica degli eventi passati seppur molto dolorosi in modo da evitare che possano un giorno finire nell’oblio più totale.
Marco Boldini.
Se volete leggere articolo dedicato a Sant'Eustorgio: La basilica dei Magi.

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