Cacciato da bar perché indossava i Google Glass

Creato il 03 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: tedeytan / Flickr / CC BY-SA 2.0

Google Glass, nuovo problema di privacy. Dopo l’ondata di novità sollevata dalla prossima vendita dei rivoluzionari occhiali di Google, che permetteranno agli utenti di godere di una “realtà aumentata”, con la possibilità di scattare fotografie e filmare quello che si vede, ma anche di navigare su Facebook e mandare mail, sono cominciati da subito i problemi per i potenziali rischi di privacy. Di fronte ad un oggetto tanto rivoluzionario quanto potenzialmente “onnipresente” in tutte le situazioni, l’Europa, ma anche gli Stati Uniti, tradizionalmente più aperti verso il trattamento dei dati personali, hanno cominciato a chiedersi il potenziale rischio che i Google Glass potrebbero portare dopo la commercializzazione. E tra gli episodi capitati ai beta tester dei supertecnologici occhiali di Google, va registrato quello successo pochi giorni fa a Nick Starr, un ingegnere informatico, che è stato cacciato fuori dal Lost Lake Cafè & Lounge di Seattle per essersi rifiutato di spegnere i propri Google Glass. Nick Starr, come i circa 10mila tester dei Google Glass, era entrato nel locale indossando gli occhiali e, nonostante l’invito del proprietario David Meinert a riporli, ha continuato imperterrito ad utilizzarli, fino a che la situazione non è degenerata e l’ingegnere si è ritrovato “espulso” dal locale. Va detto comunque che Meinert non ha mai visto di buon occhio i Google Glasses: titolare di un altro bar, il 5 Point Cafè, ha fatto affiggere lo scorso marzo cartelli che invitavano gli utenti a non utilizzare i Google Glass all’interno del locale, pena l’espulsione dal luogo. Ma è impossibile non considerare come un episodio potenzialmente isolato, con magari qualche screzio personale tra il proprietario e i Google Glass, non possa in seguito degenerare in una serie di divieti a tappeto di uso dei Google Glass nei luoghi pubblici. Certo è che di rischi per la privacy ne permangono molti: la possibilità di scattare foto in (quasi) totale anonimato e la potenziale condivisione di contenuti ed informazioni personali sui social network, per non parlare della loro presenza in luoghi di potenziale rischio per la sicurezza (banche e ospedali, per esempio) ha già messo in allarme molti e, soprattutto l’Europa, non vede di buon occhio la prossima introduzione del dispositivo nel mercato, proprio per la mancanza potenziale di controllo su possibili violazioni della privacy. Google è sicuramente emessa sotto pressione dal legislatore, si riuscirà a trovare una scappatoia?


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