Magazine Cinema
Origine: USA
Anno: 2008
Durata: 109'
La trama (con parole mie): a cavallo degli anni cinquanta, a Chicago, la Chess Records divenne una delle realtà più importanti degli USA e non solo rispetto alla divulgazione ed al successo prima della musica "black" e dunque del rock and roll. Da Muddy Waters a Chuck Berry, passando per Howlin' Wolf ed Etta James, i successi indimenticabili ed il declino di una delle realtà di culto che il mondo abbia conosciuto nell'ambito delle sette note.Eccessi, invenzioni, incroci che avrebbero cambiato la Storia del Rock e drammi personali e sociali pronti a ridefinire l'approccio culturale a stelle e strisce, e non solo: il rapporto, infatti, tra produttore ed artista per come si sarebbe inteso da quel momento in avanti, venne ridefinito dal legame tra Leonard Chess e Muddy Waters, due dei più grandi innovatori che abbiano calcato i palcoscenici - da una parte e dall'altra del sipario - mondiali.
Senza ombra di dubbio, per quanto gli anni da commesso in un negozio di dischi mi abbiano aperto orizzonti musicali decisamente vari, le mie radici di ascoltatore vanno ricercate nel grande calderone del rock, che ancora oggi rappresenta, di fatto, il mio riferimento quando si parla di sette note: ma non ci sarebbe stato alcun rock se prima non fosse esistito il blues, che soprattutto negli States simboleggiò un percorso sociale fondamentale in termini culturali e di diritti civili.
Allo stesso modo, dietro ad ogni grande artista o album, è quasi ovvio scoprire un produttore che, come un regista, guida chi si guadagnerà fama e palcoscenici alla ribalta: in questo senso, poche pellicole riescono a rendere onore e rappresentare bene questi due concetti come Cadillac Records, per anni colpevolmente ignorato dal sottoscritto e recuperato a seguito di una serie di ascolti di genere su Spotify.
Il lavoro di Darnell Martin, prodotto ed interpretato dalla nota pop star Beyoncè Knowles - che si ritaglia il ruolo nientemeno che di Etta James -, è sentito ed onesto, coinvolgente e decisamente di pancia, sudato ed intenso come spesso vengono mostrati, sullo stage e nella vita privata, i suoi protagonisti, da Muddy Waters a Howling Wolf, dalla già citata Etta James a Chuck Berry: proprio a quest'ultimo, vero e proprio fenomeno che, di fatto, diede origine al rock americano - almeno quanto Waters fece con quello inglese - finendo per ispirare grossi calibri come i Beach Boys, si deve una delle sequenze a mio parere più importanti della pellicola, legata al momento in cui l'anima della Chess Records, il Leonard Chess cui presta volto Adrien Brody, decide di investire sull'arrembante nuovo volto della musica, ed assistiamo ad un divertente gioco fatto di scambi di sedia tra "chi conquisterà la fama, e chi avrà i soldi".
In fondo, e molto più che rispetto al mondo del Cinema, il producer musicale resta una figura decisamente più in ombra del regista nella settima arte, nonostante, di fatto, molti dei meriti di un disco riuscito vadano, di fatto, ricondotti proprio alla sua figura: ripenso a Rick Rubin, che sul finire degli anni novanta, dopo aver lavorato con i nomi più grossi dell'industria musicale, decise di reinventare Johnny Cash regalandogli una seconda giovinezza e centrando la premiatissima e fortunatissima serie degli American Recordings, responsabile di aver fatto conoscere al mondo ed al grande pubblico il Man in black, o a Brian Eno con David Bowie, e ritrovo la praticità e l'importanza di una figura di questo genere alle spalle degli spesso sregolati artisti pronti a calcare il palco e conquistarsi fama imperitura.
Ma Cadillac Records non è soltanto l'esplorazione delle figure cardine della Musica: ritroviamo, infatti, elementi che, nella realizzazione delle canzoni divenute miti finiscono per essere importanti quanto e forse più di interpreti e strumenti, dall'amore, al disagio, alle dipendenze, al sesso, passando per la necessità di comunicare ed affermare, sia pure in uno spettacolo, i propri diritti e la propria identità.
La passione e l'esigenza di portare all'esterno quello che, talento o volontà, sentiamo ribollire dentro.
Se, poi, si ha la fortuna di avere un talento come quello di Muddy Waters o Etta James, il viaggio sarà ancora più intenso, per chi lo vive e chi lo ascolta, vivendolo a sua volta: e come nelle migliori storie, e famiglie, si assisterà ad ascese e cadute, a successi e clamorose sconfitte.
Ma il cuore resterà sempre lì.
Perchè non ci sono fama e soldi che possano comprare quel sudore e quell'ardore.
Che si parli di blues, o di rock.
MrFord
"I got a black cat bone
I got a mojo too
I got the Johnny Concheroo
I'm gonna mess with you
I'm gonna make you girls
lead me by my hand
then the world will know
the hoochie coochie man
but you know I'm him
everybody knows I'm him
oh you know I'm the hoochie coochie man
everybody knows I'm him."Muddy Waters - "(I'm your) Hoochie Coochie man" -
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