Mi faccio corteggiare dalle tue assenze, per me sono promesse, per te sono svincoli autostradali di tutto rispetto. Confondo possibilità con probabilità. Comunque, senti, fammi sapere quando torni in superficie, ma quali fiori, ti farò recapitare bugie. Solo per prepararci al prossimo incontro, che lì si azzerano, l’escursione termica non ci farà distrarre. E tutti questi bigliettini dove scrivo le cose diventeranno una frase sola.
Non è Trenitalia è Trenitaglia che ci allontana e ci taglia, al momento non abbiamo una scusa migliore. Tutte queste foto foto spettacolari, questi cartelloni generosi, queste notizie sensazionali, queste scoperte che saranno rivoluzionarie tra un secolo, queste decisioni radicali per il bene di qualcuno che non siamo mai noi, tutto questo futuro che ci portano a rate. Promessa dopo promessa. Se una volta tanto ti dava tanto ora tanto ti da poco, gli sguardi si accorciano. Non vogliamo guardare dove non potremo andare mai. Lo so che odi questi riassunti.
Non si va e non si torna, forse, con la vita di fronte. Dici “è tutto molto bello, ma non ho voglia“. Ti fermi al titolo, questa volta?
Ci siamo affezionati a delle fotografie che ci guardano sempre allo stesso modo e ai notturni di Chopin che sono ogni volta un’altra cosa. Vieni, prendi il mio svincolo di tutto rispetto. Vieni, ti faccio diventare un patrimonio per l’umanità che vive in questo quartiere. Vieni, ti faccio diventare una doppia spunta blu, occhi che perdono storie, il nascondino dei complimenti. Ti faccio diventare il mio lacrimogeno personale. Vieni, che ci affezioneremo a dolori che non potremo raccontare a nessun altro. La sera mi ripeterò come il buio, struggente e inutile quanto basta. Una coda stretta e una maglietta troppo stretta, tu. E chi salta un respiro. Vorrai sapere con chi chatto, con chi combatto, se l’abbronzatura è vera. Vorrai sapere di questi foglietti sparsi per casa, del destino, se tra le gambe si possono trattenere i brividi, se si possono manipolare i sorrisi.
– Non voglio più stare.
– Stare dove?
– Stare ovunque. Io voglio andare.
Allora con lo stomaco duro e le gambe molli andremo a fare altri buchi nell’acqua che solleveranno nuove piccole maree per le persone che vivono in superficie. Sì, è freddo tra la gente, a volte anche fra i libri e sotto le luci del palco dove guardano tutti, nei quaderni chiusi nei cassetti. Non ti preoccupare torniamo presto. Ma tu scrivi, mi dici. Sì scrivo, conosco l’alfabeto della temperatura sotto zero. Sono rotto, funziono bene e nessuno mi può rimettere a posto. E cado, come te e gli altri. Smettila di essere nervosa, fermami un pochino prima della fine. Mi devi tenere non raccogliere. Un po’ di brina ghiacciata non ha mai ucciso nessuno. E non guardarmi troppo gli occhi che ci sono dati sensibili, più di quello che credi.
(A tutte quelle che sei tu)