Cadono le foglie

Da Fluente

Buon Martedì 23 Novembre da Andrea, mi sono posto ultimamete, guardando i bellissimi colori autunnali di questi giorni, per quale motivo cadono le foglie e allora ho deciso di documentarmi in merito e ho preparato il post di oggi su questo argomento.Solo dopo che la stragrande parte della clorofilla sarà stata riassorbita dalla pianta, le foglie saranno libere di staccarsi dai rami per cadere al suolo. Il distacco è provocato dall’arrivo, alla base del picciolo, di grandi quantità di acido abscissico (lo stesso che interviene sul picciolo dei frutti a maturazione avvenuta) per sciogliere le connessioni che tengono le foglie collegate al ramo. Basta allora il più lieve soffio di vento a provocare un’asciutta pioggia dorata, aranciata o infuocata. In effetti, per i prossimi mesi le foglie non serviranno più alla pianta, poiché la loro principale funzione è proprio quella di svolgere la fotosintesi. Anzi, potrebbero trasformarsi in un elemento dannoso, allorquando il vento spirasse impetuoso scuotendo le fronde irrigidite dal gelo (e, per legge fisica, un segmento rigido si spezza più facilmente di uno elastico). E quando le piogge torrenziali e ininterrotte appesantissero il robusto apparato fogliare, o la neve copiosa oberasse i rami fogliosi, gli alberi conserverebbero ben poche speranze di oltrepassare indenni nella loro interezza l’inverno. Ecco spiegato il perchè della consueta e spettacolare caduta autunnale delle foglie, che riguarda la maggior parte degli alberi le cosiddette “latifoglie” o “caducifoglie” – alle nostre latitudini. Viceversa, i sempreverdi si cautelano offrendo, in genere, una ridotta superficie fogliare, e quindi uno scarso appoggio alla neve o all’acqua, sperando così di mantenere intatta la struttura rameale, semprechè l’inverno sia clemente. Lo scorso Martedì ,parlando delle castagne ,ho dato la ricetta del “castagnaccio” e debbo dire che è piaciuta ha molti di voi ,vedendo le email che ci avete mandato, oggi olive nere e salsiccia.

Non c’è niente di meglio, nella stagione in cui si raccolgono le olive, che preparare un semplice quanto gustoso piatto, che veniva approntato come desinare a chi rientrava, infreddolito, dopo il lavoro.La preparazione è antica, di facile esecuzione e, oggi, può rappresentare sia un secondo piatto che un allegro intermezzo in una cena fra amici o … la cena stessa.Servono delle salsicce di maiale, fresche e di grosso diametro, in ragione di una o due per commensale a seconda dell’importanza e del ruolo che si vuol dare alla portata, e delle olive nere appena raccolte, ovviamente sane e possibilmente non piccole, in altrettanto peso.
Prendete una padella larga abbastanza perché le salsicce, separate le une dalle altre, e le olive ne ricoprano il fondo disponendosi su un sol piano, e la si metta al fuoco (molto basso), per adesso con le sole salsiccie, tutt’al più, due gocce d’olio a tingere il fondo.
Mentre cominciano a cuocere, con una forchetta o uno spillone da cucina, bucate le salsicce per favorire la fuoriuscita del grasso che deve scolare abbondantemente altrimenti si “gonfiano” lacerando la “pelle”. Nel frattempo, muovendo la padella con una certa destrezza, che sicuramente acquisirete in breve,fate in modo che le salsicce rotolino su se stesse rosolandosi in ogni lato.
Continuate quest’opera per 10-15 minuti, il tempo che, in funzione del diametro, la cottura giunga circa a metà e che sul fondo sia presente un po’ di grasso.A questo punto aggiungete le olive, un pizzico di sale, non sbagliate se mettete un coperchio e, sempre mantenendo il fuoco basso, scuotete la padella in modo che olive e salsicce, rotolino e si cuociano con uniformità. Ci vogliono altri 8-10 minuti. L’abilità del cuoco si noterà alla fine: se la fiamma è stata troppo alta, molte olive si saranno spaccate e così sarà accaduto alle salsicce non bucate a regola; se “la mossa” non èstata sufficiente la cottura dei due ingredienti apparirà irregolare, e così via. Se tutto è andato bene, come spero, vi troverete le salsicce tinte di viola anche all’interno, sotto la “buccia’”, e leggermente aniaricate; le olive belle gonfie e rese tenere con la polpa morbida e addolcita mentre, sul fondo della padella uno straterello di grasso e olio, liquidi e colorati di un bel rosso-marrone, invita ad intingere fette di pane.È di prammatica accompagnare con un vino rosso, molto giovane magari appena mosso,o, dato che ormai è passato il sei Novembre, con un novello.Il vino rosso , novello o no, è consigliato perchè “…….è la morte sua”. E poi non andrete a fare le analisi proprio domani.


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