
Dell'immagine che testimonia la presenza del ministro Giuliano Poletti, allora presidente di Legacoop, ad una cena insieme a Buzzi nel 2010 (a cui parteciparono anche l'ex sindaco Alemanno e altri esponenti politici romani, sia di centrodestra che di centrosinistra) è stato detto e scritto abbondantemente. Poletti, in una lettera pubblicata da Repubblica si è così giustificato: "Come presidente di Legacoop ho partecipato sempre alle iniziative ed alle assemblee delle cooperative aderenti (più di 14.000) alle quali venivo invitato. Un giorno farò il conto di quante sono state; sicuramente molte centinaia. Era dunque assolutamente normale che partecipassi alla cena organizzata dalla cooperativa sociale 29 giugno, che aveva per obiettivo il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e delle persone più deboli". E' normale, non c'è dubbio. Se non fosse che tra gli ospiti di quella cena figurava anche Luciano Casamonica, affiliato all'omonimo clan di origine rumena, il referente di Massimo Carminati alla Romanina, periferia di sud-est della capitale. Buzzi presentava Casamonica come lavoratore della cooperativa; un impiego incredibilmente ben remunerato, viste le auto che poteva permettersi.
Certo, Poletti non era tenuto a conoscere le vicende del Casamonica. Ma quando ci si trova di fronte ad un simile figuro, forse qualche domanda sulla sua presenza sarebbe lecito porsela e porla a chi di dovere (onde evitare confusione: il figuro è quello a sinistra).

Poletti è stato ritratto in una seconda occasione, durante una riunione per la presentazione del bilancio della 29 Giugno, nel 2013. In quella occasione la fotografia fu usata come copertina per il periodico della cooperativa.

A distanza di tre anni, nonostante la bizzarra cena in compagnia del Casamonica, Poletti ancora non aveva sentore di chi fosse realmente Salvatore Buzzi. Ma non era il solo. Cadono tutti dal pero. Cade dal pero il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e con lui Franco Tumino (altro esponente di Punta di Legacoop), Sveva Belviso (ex Ncd, ora AltraDestra, consigliere comunale a Roma), Daniele Ozzimo (Pd, assessore alla Casa nella giunta Marino, ora dimessosi in quanto indagato), Fabio De Lillo (Ncd, consigliere regionale del Lazio), Massimiliano Smeriglio (Sel, vicepresidente della Regione Lazio), Pino Bongiorno (presidente Legacoopsociali Lazio. "Non potevamo controllare", dice ora), Loredana De Petris (capogruppo dei senatori di Sel, nel 2001 ricevette un finanziamento di 10.000 euro - legale, regolarmente registrato alla Camera - dalla 29 Giugno) e Stefano Venditti (presidente di Legacoop Lazio, anche lui ospite con Poletti alla cena del 2010): in occasione del 25° anniversario della nascita della 29 giugno, la rivista della cooperativa ospitò i loro messaggi di auguri. Affettuose missive nelle quali si testimoniava la vicinanza e la profonda conoscenza della cooperativa. Millantavano? Erano rallegramenti pro forma? L'unica certezza è che oggi tutti prendono le distanze da Salvatore Buzzi. Conoscevano bene la 29 Giugno, eppure nessuno di loro sapeva cosa avvenisse al suo interno. Alti funzionari del mondo cooperativo, presidenti di regione, parlamentari, navigati amministratori locali della capitale: tutti ignari, tutti sorpresi. Tutti caduti dal pero. Speriamo che i magistrati siano meno ingenui.











