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CAFE, un aiuto ai tifosi diversamente abili

Creato il 22 marzo 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
CAFE, un aiuto ai tifosi diversamente abili
Poiché migliaia di diversamente abili amano il calcio, agevolare l'accesso negli stadi e migliorare le strutture e l'esperienza per i tifosi è una delle priorità della UEFA, che lavora in tandem con il partner associato CAFE (Centre for Access to Football in Europe).
La UEFA ha instaurato una partnership con diverse organizzazioni attraverso il portfolio Football for all Abilities, che promuove l'uso del calcio per favorire l'integrazione di giocatori di tutte le abilità e di gruppi emarginati o esclusi.
CAFE è un ente di beneficenza con sede nel Regno Unito e attivo in tutta Europa. Gli obiettivi sono molteplici: promuovere la parità di accesso a tutti gli stadi e i club d'Europa; fare da consulente per l'accesso negli stadi e condividere le prassi ottimali; sensibilizzare il pubblico utilizzando l'influenza del calcio; fondare una rete europea di gruppi di tifosi diversamente abili a livello locale e nazionale; infine, permettere a più diversamente abili di seguire il calcio ed esservi coinvolti a tutti i livelli.
Joyce Cook, direttore amministrativo CAFE, è un'appassionata di calcio e ha offerto motivazioni convincenti per le sue campagne di sensibilizzazione. “In alcune partite riesci a vedere i giocatori solo dalle ginocchia in su, o solo un terzo del campo perché sei dietro la panchina. Oppure non vedi affatto, fa freddo o ti bagni completamente perché sei a bordo campo. Allo stadio, nessuno sa dove sono gli ingressi per i diversamente abili, o non riesci a superarli. A volte, gli altri tifosi hanno dovuto alzarci per portarci nelle aree a noi riservate".
Joyce Cook e i suoi colleghi si sono rivolti alla UEFA per chiedere assistenza. L'organo di governo del calcio europeo ha compreso e risposto puntualmente, donando un assegno da 1 milione di euro nel 2009 a sostegno del progetto CAFE e segnando l'inizio di una lunga collaborazione. CAFE collabora con la UEFA e i suoi partner per fare sì che sempre più tifosi diversamente abili possano guardare una partita dal vivo. Ha lavorato con la UEFA e le città che hanno ospitato UEFA EURO 2012 e le ultime finali di UEFA Champions League in veste di consulente per strutture e servizi migliori. Inoltre, è stato nominato ente di beneficenza ufficiale a UEFA EURO 2012, ricevendo una donazione di 3000 euro per ogni gol segnato.
“Il logo Respect che la UEFA ci ha dato ha aperto porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse - commenta Joyce Cook -. Questo perché la UEFA ha a cuore il problema e la gente ne prende nota. I club ci rispettano e abbiamo creato un documento intitolato Access for All. Attualmente è disponibile in 13 lingue ed è già stato riconosciuto in tutto il mondo come standard di riferimento”.Grazie alla collaborazione tra CAFE e UEFA, UEFA EURO 2012 ha lasciato un'eredità molto forte. In Polonia e Ucraina, i tifosi diversamente abili che ogni settimana vanno alle partite sono sempre di più, così come accade per le  associazioni di tifosi. Ora, uno degli obiettivi principali è aiutare tutti i club europei a migliorare l'esperienza per i tifosi diversamente abili.
“Il nostro compito è lavorare con i club - spiega Joyce Cook -. Cercheremo di sensibilizzarli ancora di più, convincendoli che se miglioreranno le strutture per i diversamente abili favoriranno l'integrazione e saranno apprezzati anche dal resto dei tifosi".
Ma il CAFE ha anche un'altra missione: promuovere il ruolo che il calcio ha per i diversamente abili. “Il calcio mi ha ridato la vita - commenta Joyce Cook -, perché ho sentito di poter fare le stesse cose che fanno gli altri. Essere diversamente abili è una scelta e un'opportunità, significa far parte di una società. Il calcio è lo sport più seguito del mondo. Andare a una partita con amici, parenti e altri tifosi è una sensazione straordinaria".
Un'altra attività del CAFE è incoraggiare le organizzazioni di diversamente abili a instaurare un rapporto con la squadra di calcio locale. “La disabilità può essere causata da un infortunio o da una malattia che ti cambiano la vita. All'inizio è dura. Andare a una partita di calcio può anche agevolare la riabilitazione di persone che sono diventate diversamente abili da poco - osserva Joyce Cook -. Condividere le emozioni con gli altri può ridare fiducia: ecco perché è importante rimanere visibili. Il calcio ha questa magia e arriva dove altri non possono arrivare. È un messaggio potente, dunque vogliamo utilizzarlo per sensibilizzare il pubblico e promuovere un'integrazione concreta e duratura nella società in generale”.
“Il nostro obiettivo, soprattutto, è fare in modo che tanti altri diversamente abili in Europa possano guardare una partita di calcio dal vivo. Con queste premesse, vogliamo permettere ai tifosi di ogni paese di riunirsi e formare gruppi a sostegno di un club o una nazionale, lavorando con gli organi di governo e con le società per promuovere un cambiamento".
La voglia di crescere è grande, così come l'ottimismo. “Nei prossimi cinque anni, mi piacerebbe vedere responsabili dell'accesso per i diversamente abili in ogni club d'Europa e vedere tifosi in sedia a rotelle in ogni partita - conclude Joyce Cook -. Se arriviamo a coinvolgere tutti i club, allora avremo compiuto grandi progressi".
Fonte:UEFA.org

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