Gli impiegati infedeli attestavano, nel tempo, di aver fatto uso della propria autovettura per attivita’ di servizio eseguite in localita’ fuori sede ma in realta’ mai effettuate ovvero effettuate in localita’ diverse da quelle dichiarate indicando una percorrenza chilometrica superiore al reale al fine di ottenere, senza diritto, un rimborso per le presunte spese sostenute per il carburante.
Alcuni di loro hanno percepito tra il 2008 ed il 2010 fino al 30% in piu’ rispetto a quanto spettante con un danno alla Asl finora accertato di oltre 30 mila euro.