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Cagliari in epoca spagnola

Creato il 12 agosto 2011 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp

CAGLIARI IN EPOCA SPAGNOLA
Nel 1479Ferdinando d’Aragona, sposato da dieci anni con Isabella di Castiglia, ereditòa tutti gli effetti la corona del regno. Con la “Concordia di Segovia” i duesovrani promisero che sarebbero stati re di entrambi i regni pur mantenendol’autonomia dei propri possedimenti con le loro istituzioni, i loro statuti e iloro brevi. Nacque così il Regno di Spagna. Anche laSardegna fu inserita nella rosa di tali territori con i brevi e gli statuti diorigine pisana e la Carta de Logu diEleonora d’Arborea. Durante questoperiodo si cercò gradualmente di contenere il potere feudale e fu introdottonella società sarda il concetto di stato con la creazione di nuove figureistituzionali che rendessero conto direttamente alla Corona di Spagna.Nel 1494 fuistituito il Consiglio d’Aragona, da quel momento in poi ci fu un ampliamentodegli apparati militare, fiscale e giudiziario. Anche la religione subì unpotenziamento e divenne un vero e proprio strumento di potere di cui siavvalevano i regnanti, coinvolgendo anche la produzione culturale, che fufortemente condizionata dal clima antiriformistico. Lo statocentrale,  nonostante l’ampliamento dellesue prerogative, entrò spesso in contrasto con i particolarismi locali checontinuarono a  persistere.Talecontrapposizione si manifestò in particolar modo all’interno degli Stamenti a partire dalla seconda metàdel Cinquecento. Gli Stamenti erano un’ istituzionecreata nel 1355 dal sovrano aragonese Pietro IV il Cerimonioso, che si riunì conuna certa regolarità dal 1421, quando le sue funzioni furono regolate daAlfonso il Magnanimo.Il parlamentosardo era diviso in tre assemblee distinte denominate Bracci, quello reale che rappresentava le municipalità dell’Isola,quello militare composto da feudatari, nobili, signori e cavalieri e, infine,quello ecclesiastico che rappresentava l’alto clero.Col passare deltempo si formò, soprattutto a Cagliari, una nobiltà ricca e potente che indussegli spagnoli a scendere a compromessi. I problemi tra i due poteri siinasprirono quando, nel 1564, fu istituito l’organo burocratico della la RealeUdienza che consentiva ai vassalli di denunciare gli abusi subiti daifeudatari. Questi ultimi, temendo di perdere i loro privilegi, si associaronoall’alto clero utilizzando lo strumento dell’Inquisizione al fine di  colpire il nuovo ceto di burocrati.Il  Cinquecento, con la contrapposizione tra cetialti e popolari, fu quindi un periodo di transizione che vide il passaggio dalmedioevo all’età moderna.
La città diCagliari, anche dal punto di vista difensivo, si presentava ancora fortementearretrata, le fortificazioni medievali erano ormai inadeguate contro le nuoveartiglierie e necessitavano degli opportuni adattamenti.All'inizio del1500 il viceré don Giovanni Dusay fece costruire tre bastioni, che peròcomportarono il sacrificio delle precedenti fortificazioni pisane.Il primobastione, che prese il nome dello stesso viceré, fu edificato nel costoneroccioso posto di fronte alla Torre di S. Pancrazio per proteggere la porta daitiri frontali. L’opera fu aspramente criticata e giudicata inutile dallo stessore perché la sua grandezza impediva ai carri che trasportavanoi rifornimenti di potervi passare.
CAGLIARI IN EPOCA SPAGNOLA

Il secondobaluardo, denominato S. Creu fu realizzato sotto la chiesa di Santa Croce versoil quartiere di Stampace.


CAGLIARI IN EPOCA SPAGNOLA

Più o menonella stessa direzione fu costruito il bastione del Balice concepito perdifendere la porta dell’Elefante.


CAGLIARI IN EPOCA SPAGNOLA

Il terzobaluardo fu quello dello Sperone posto a difesa della porta della Leone (fuinfatti chiamato anche baluardo della Leona), che non fu terminata a causadella morte del viceré. 

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Fabrizio e GiovannaNotizie tratte da:Leopoldo Ortu, Storia della SardegnaAntonello Angioni, Profilo storico della città di CagliariMassimo Rassu, Baluardi di pietra

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