Vorrei raccontarvi un fatto successo in Sardegna la mia regione nativa. Nel 1978 mentre rientravo in compagnia di alcuni miei familiari da una gita in campagna e percorrevo la strada statale 125, più o meno al Km 15 in direzione Cagliari sono stato testimone di qualcosa di incredibile. Come dicevo ero in compagnia di mia zia Piera, seduta sul sedile posteriore della mia R4, mia sorella Silvana anch’essa seduta sul sedile posteriore, mio nipotino stefano di circa 10 11 anni, seduto tra mia zia e mia sorella, mia moglie Marilena e la piccola Alice di circa 2 anni.
Il mese era maggio ed il sole era ancora forte, nonostante mancassero circa 2 ore al tramonto. Nell’auto si chiacchierava del più e del meno, finchè mia zia, che in quel momento aveva circa 67 anni mi richiamava all’attenzione chiedendomi con una certa enfasi di guardare in alto, dicendomi “ guarda queste cose in cielo, ma cosa sono?” Immediatamente guardai in alto e vidi sulla mia traiettoria degli oggetti incredibili. Accostai sul ciglio della strada e tutti noi scendemmo dalla macchina, urlando dalla meraviglia, lo stupore immenso, non credendo ai nostri occhi.
Ci indirizzammo immediatamente al centro della strada per fermare le auto che in quel momento transitavano, più o meno una decina. Tutti scesero dalle loro auto, anche essi erano sbalorditi. Stavamo avvistando tre dischi volanti di forma ovale ma piatta, il materiale che li componeva sembrava di acciaio inox, infatti rifletteva a specchio il sole che li illuminava. La distanza poteva essere di circa50 metrida noi e sia sulla parte anteriore che posteriore non si notavano cabine di pilotaggio. Questi mezzi non emettevano alcun rumore e oltre che viaggiare verso sud-est in base alla nostra posizione, ruotavano lentamente su se stessi.
Il fatto più straordinario è che la velocità che mantenevano era lentissima .gli apparecchi viaggiavano uno dietro l’altro. Ad un certo punto uno di essi puntò dritto, partendo a razzo, anche questa velocità, al contrario di prima, ci sembrò soprannaturale perché praticamente il mezzo scomparve immediatamente verso l’orizzonte. Il secondo invece, sempre roteando, virò per ritornare indietro. Il terzo, anch’esso come il primo, sfrecciò come una cometa.
Il mio ricordo ancora è presente, come se fosse avvenuto oggi. Il riflesso di quel metallo, che a momenti infastidiva gli occhi, per poi riprendere la vista chiara, rimarrà sempre nella mia e nella nostra mente.
Gabriele