Per scaricare il documento cliccare sul link sottostante:
Il breve testo di Dionigi Scano, che qui si ripropone, nonostante sia stato pubblicato oltre settanta anni fa, offre ancora oggi più di un motivo d’interesse. Mostra innanzi tutto che, a più di sessant’anni dalla sciagurata demolizione dell’insigne monumento francescano (per usare le parole dello stesso Scano), l’interesse per esso non era venuto meno, almeno da parte degli studiosi, e si tentava ancora di recuperare non solo la memoria del complesso monumentale, che costituisce un tassello fondamentale per la storia dell’architettura e della pittura in Sardegna, ma anche di predisporre una qualche iniziativa che consentisse di poter mettere in luce quanto ancora in piedi. A questo proposito si rivelano di grande interesse i disegni dell’edificio allegati da Dionigi Scano al suo breve contributo, basati in linea di massima sui rilievi ottocenteschi eseguiti poco prima della demolizione della chiesa dall’ingegnere del Genio Civile Carlo Pizzagalli e oggi custoditi presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma. Questi rilievi, abbastanza precisi e attendibili, si rivelano oggi di fondamentale importanza perché ci restituiscono un’idea molto chiara dell’interno della chiesa, non altrimenti noto se non attraverso rare descrizioni ottocentesche, quali quella presente nella Guida della città e dintorni di Cagliari di Giovanni Spano, del 1861, che però, più che sugli aspetti architettonici, è incentrata sugli arredi e sulle tavole dipinte che corredavano le cappelle. La rielaborazione che Dionigi Scano fa di alcuni dei rilievi del Pizzagalli, unitamente a un tentativo di ricostruzione degli esterni (in buona misura accettabile nonostante alcune inevitabili imprecisioni) aiuta il lettore moderno a focalizzare in modo non generico quali fossero le caratteristiche architettoniche del complesso monumentale e permette di averne un’immagine schematica ma esatta, che le pochissime e scarsamente leggibili immagini fotografiche esistenti non consentono, anche perché si tratta, nella totalità dei casi, di inquadrature che non hanno per soggetto il monumento, ma sono scorci più ampi dove la chiesa è stata inquadrata per pura casualità.
Posizione del complesso monumentale
Le vicende storiche del convento francescano sono ben delineate, in modo sintetico, dallo stesso Scano, che accenna anche al triste capitolo che portò alla quasi totale demolizione della chiesa nel 1875, in seguito al parziale crollo delle coperture lignee. Ma il degrado del monumento era iniziato già diversi anni prima, come diretta conseguenza delle leggi eversive che videro la soppressione dei conventi e l’incameramento dei beni ecclesiastici da parte del Demanio. Già lo Spano, nella sua descrizione del 1861, accennava a queste vicende, preludio al destino futuro del complesso, in una nota che rende una chiara idea della situazione; lo Spano dice testualmente: Nell’atto che si stampavano queste pagine (4 marzo) il governo ha dato ordine che i Frati sloggiassero dentro 48 ore dal Convento, lasciando solamente a loro la chiesa per funzionare (p. 186, nota 1). La chiusura del convento portò inevitabilmente, come conseguenza, a un degrado delle strutture della chiesa che, non più sottoposta alle dovute opere di manutenzione, andò lentamente avviandosi verso il crollo del 1875, dopo i danni causati già nel 1871 da un fulmine che ne aveva danneggiato il campanile e la zona presbiteriale. Le iniziative di alcuni illustri esponenti del mondo culturale cagliaritano, Giovani Spano in testa, che presentarono numerose relazioni e petizioni al Ministero e progetti per il recupero e la messa in sicurezza dell’edificio, non valsero a vincere il clima di totale e sconcertante disinteresse dell’amministrazione comunale di Cagliari, a cui si devono attribuire in larga misura le responsabilità per la perdita della chiesa. Prevalsero alla fine dinamiche meramente speculative e interessi privati, che possono essere riassunte, senza bisogno di commenti, in questo testo di delibera del Comune dell’8 maggio 1873:
...richiedendo d’altra parte non lieve dispendio le riparazioni di cui attualmente abbisogna quella Chiesa, secondo la relazione fattane dall’Ufficio d’Arte, quali sarebbero indispensabili per renderla uffiziabile; spese che potrebbero dal Municipio destinarsi ad opere di maggior vantaggio per la popolazione, essendo bastanti le chiese attualmente uffiziate nel quartiere di Stampace. Né presenterebbe d’altronde quella chiesa alcuna particolarità artistica di molto riguardo, tranne la sua antichità per cui sarebbe miglior partito di alienarla e lasciare alla privata industria di edificare delle case per abitazioni di cui tanto abbisogna. ... Si mette avanti indi la proposta di rigettare le condizioni imposte dal Demanio per la cessione della Chiesa dei Conventuali anzidetta, perché ritenuta troppo onerosa dal Municipio, quale messa a votazione viene dal Consiglio accolta ad unanimità. ... Si propone di poi che stante l’inaccettabilità delle condizioni imposte per la cessione di detta chiesa quale è pericolante ed abbisogna di molte riparazioni s’ingiunga al Demanio di demolirla o di metterla in vendita, quale proposta viene pure accolta dal Consiglio con voti quindici ...Area della chiesa lungo il corso V. Emanuele
Dell’imponente complesso francescano sopravvivono oggi, inglobati in edifici privati, ampi resti scarsamente leggibili dall’esterno. Della chiesa, quasi interamente demolita e inglobata in edifici civili, non sono apprezzabili se non poche e mal conservate porzioni nei piani terreni dei locali commerciali che si affacciano lungo il corso Vittorio Emanuele II.
Cappelle del chiostro lungo via Mameli
Chiostro e area della chiesa da via Mameli
Diverso è il discorso per quanto riguarda il bellissimo chiostro tardo-gotico, ancora del tutto integro nei livelli terreni, frazionato in diverse proprietà private e adibito, in alcune sue parti, a usi impropri che ne mortificano le strutture e, in altre, totalmente abbandonato. Le strutture architettoniche del chiostro, di impronta gotico-iberica, sono in larga misura accostabili a quelle ancora oggi apprezzabili nel più o meno coevo convento dei Domenicani nel quartiere di Villanova.
Chiostro
In anni recenti si sono attivate alcune iniziative mirate a predisporre un piano di recupero e di valorizzazione per le strutture residue del convento, ma, a tutt’oggi, è ancora tutto sulla carta.
Resti del convento lungo via Mameli
Non si può non sentire una profonda tristezza nel vedere abbandonate e avviate a un totale degrado queste strutture monumentali, di grande importanza non solo per la storia dell’architettura sarda, ma in particolare per la storia della città di Cagliari. Il complesso francescano di Stampace ha, infatti, costituito per secoli uno dei centri culturali più importarti della Sardegna. Sarebbe sufficiente far osservare come la parte più cospicua delle opere pittoriche (e non solo) della Pinacoteca Nazionale di Cagliari provenga dal San Francesco di Stampace per far comprendere l’importanza del monumento. Per questo motivo la riproposizione del breve contributo di Dionigi Scano e dei suoi disegni intende essere un omaggio a uno dei principali e più sfortunati monumenti cagliaritani, oggi ridotto a un rudere in avanzata fase di degrado, e magari stimolare la curiosità di chi legge per andare ad approfondire l’argomento e la conoscenza dell’edificio, nella sicura convinzione che la conoscenza precisa di un monumento da parte della cittadinanza sia un presupposto fondamentale per garantirne la conservazione e la valorizzazione, nel rispetto dei suoi valori storici, architettonici, urbanistici e ambientali, che gli usi impropri e l’abbandono hanno del tutto snaturato e mortificato.
Nicola S.