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Cagliari, ora ti vogliamo in campo.

Creato il 05 agosto 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

Rosa del Cagliari al gran completo

4 AGOSTO – Bella musica, un pubblico festante e un clima finalmente dal sapore tipicamente estivo. Quale scenario migliore per presentarsi al proprio pubblico? All’Arena Grandi Eventi S.Elia il Cagliari ha finalmente scaldato i motori in vista del campionato 2014\2015 presentando tutta la sua rosa al gran completo, in un tripudio di nuove scintillanti divise,e tuffandosi in una serata all’insegna del divertimento e della pura passione sportiva. Un evento simpatico, allegro e degno della bella stagione, ma che soprattutto ben collimato con un altro ambizioso obiettivo rimarcato dall’assessore comunale alla Cultura Enrica Puggioni (ospite all’Arena S.Elia): la candidatura della città di Cagliari a Capitale Europea della Cultura per il 2019.

Accompagnati dalla brillante conduzione del comico Jacopo Cullin – indimenticabile il tormentone “Oh, Roberto” che qualche anno fa l’ha reso famoso – e della giornalista Eleonora Boi, i tifosi rossoblù, rigorosamente muniti di gagliardetti e bandiere d’occasione, hanno passato un’ora in compagnia non solo dei propri beniamini ma anche dei più svariati ospiti, accomunati da un’unica fede calcistica. E mentre i fan aspettavano che sul palco facessero il loro ingresso gli uomini di Zeman, ci ha pensato il jazzista Manuele Contis a rendere ancora più suggestiva la festa con una breve e squisita esibizione di un “due voce” che in pochi minuti ha conquistato gli applausi del pubblico. Un pubblico sempre più desideroso di sport, di calcio e di agonismo. E allora, ecco che due protagonisti del mondo dell’informazione come i giornalisti Giorgio Porrà e Luca Telese sono riusciti ad infiammare i cuori con un elogio all’aria di cambiamento che nell’isola si respira e alla voglia di voltare pagina con un progetto tutto nuovo, fatto di uomini giusti ed riassunto felicemente nello slogan Chistionai pagu, traballai meda (parlare poco, lavorare tanto).

Pubblico Festante all'Arena Grandi Eventi

Si fanno grandi sogni per il futuro e si fanno grandi nomi, ma quello che davvero rappresenta tutto il Cagliari non c’era. Gigi Riva non era presente sul palco, ma quando il suo nome è stato accostato ai valori e alle virtù di tutto lo sport isolano, la sua assenza ha pesato meno.

Poco dopo le 21:30 l’attesa del pubblico è stata premiata: chiamati a gran voce i giocatori si sono presentati uno per uno composti ed emozionati. Indubbiamente passati in rassegna dagli occhi dei tifosi sono stati i neoacquisti, emblema del cambiamento epocale, Colombi, Almunia, Crisetig, Longo, Farias, Balzano, Capuano e altri. Ma quando i conduttori Cullin e Boi hanno urlato il nome del numero venticinque Marco Sau, del numero quattordici Francesco Pisano, del numero ventitré Victor Ibarbo, per non parlare degli osannati Pinilla, Cossu e Capitan Conti (al grido di “un capitano, c’è solo un capitano”), il messaggio è stato chiaro: la rivoluzione e il desiderio di riscrivere la storia di un popolo devono partire proprio da chi la storia l’ha già scritta. Dulcis in fundo, in riflettori si accendono per mister Zdenek Zeman, come di consueto serio e imperturbabile anche di fronte ai cori più goliardici, più che mai convinto del suo lavoro e della preparazione dei suoi.

Tra battute frizzanti e sketch, la serata, così come è iniziata, si è conclusa a suon di musica. Il gruppo cagliaritano dei Sikitikis, capitanato da Diablo (al secolo Alessandro Spedicati) ha presentato l’inno ufficiale della squadra Cagliari nel nostro cuore, nato dalla gente e sugli spalti come bandiera di un’intera gente. Per la gioia dei più scatenati, la band, nata alle soglie del 2000, ha regalato spettacolo con il suo stile disinvolto e al momento della buonanotte non ha potuto che chiamare sul palco il neopresidente Tommaso Giulini, il quale non ha mancato di invitare tutti all’esordio ufficiale del Cagliari in Coppa Italia, in un S.Elia finalmente al traguardo della corsa ad ostacoli per l’agibilità, previsto per domenica 24 agosto. Non aspettiamo altro.

Gianmarco Cossu

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