Cagliari, una storia al limite del credibile, tra lavoro minorile, schiavismo, sfruttamento e violenza. E’ Cagliari, è l’altro fine settimana e, a quanto si legge sembra sia sabato. Un ragazzino dall’aspetto gracile si presenta in lacrime alle porte del San Giovanni di Dio, ospedale del centro di Cagliari. Il ragazzo è sotto choc, in stato confusionale, spaventatissimo. Racconta di essere stato brutalmente violentato da un uomo, la narrazione confusa è la storia i orrendi soprusi. Il ragazzo, quasi bambino, piange e chiede aiuto. I medici tentano di tranquillizzarlo, lo visitano, gli danno dei calmanti. Poi decidono di trasferirlo al Santissima Trinità, struttura più attrezzata per affrontare questo tipo di problemi. E qui il quindicenne conferma per filo e per segno il suo angosciante racconto a un neuropsichiatra infantile. Scattano le indagini, anche perchè il padre del ragazzo avvisato dai medici chiama la polizia, che raccoglie la denuncia. Il presunto stupratore ha un nome e un cognome e persino un’azienda. Infatti l’aguzzino sarebbe il titolare di un’attività sul lungomare del Poetto. La storia di orrende sevizie nasce a seguito di una conoscenza online, poi trasformata in un rapporto di lavoro e di sevizie. Il Pm Paolo De Angelis ha aperto un fascicolo per violenza sessuale su minore, gli investigatori hanno portato via dalla casa del noto cagliaritano: abiti e altri reperti, probabilmente in vista di accertamenti tecnici sul Dna. La polizia lavora per capire se tutto il racconto del ragazzo è vero.
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