CAGLIARI: RICORDANDO SERGIO MURRU… Uno sguardo che non c’è più

Creato il 12 gennaio 2014 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

Lo sguardo di Sergio Murru che non c’è più

Occhi fulminanti quelli di Sergio Murru quando sulla scena interpretava e divulgava un teatro come specchio della realtà e della memoria nello scenario della vecchia Cagliari dove passano i poberitteddus, la gentixedda, i signori,  dove è palpabile l’ironia sul filo della memoria degli strangius, di quei ragazzi “di fuori” giunti in città con le corriere grigio verdi della SATAS che passeggiano sotto il viale alberato sul lato porto della via Roma e lì incontrano ziu Buiccu “su maistru”, che è molto informato perché legge L’Unione Sarda e quindi è sempre al corrente dei fatti del mondo, spiega al suo amico ziu Efisinu: “Ascurta Efisinu po’ ti fai cumprendi chi non seus tottus ugualis, in sa zittari nostra, la gente parla a seconda dell’educazione e segundu commenti ségada; ascurta beni… quelli a is de Casteddu ‘e susu ti naranta chi ses unu segamentu de conca; i negozianti e i borghesi ti dicono segamentu de mazza; invece sa gent’e grifoni ti dice chi sesi unu segamentu de… insomma… calara prus abbaxiu. Gopai hai capito che cosa sono le classi sociali?”

Sergio Murru se ne andato in silenzio, qualche giorno fa, ha recitato sin all’ultimo momento, ha continuato a scrivere sino alla fine.La storia di Sergio Murru parte da lontano.Operatore culturale ed attore nelle prime formazioni sperimentali a Cagliari negli anni ’60. Scrive opere per il teatro ed antologie poetiche (Su stani, Hoy bona spezia, Passillara cagliaritana, Su vapori). Collabora come attore e consulente di teatro in lingua sarda, a trasmissioni radiofoniche prodotte dalla RAI Radiotelevisione Italiana. Nasce a Cagliari, in Castello, il padre, attore dilettante, gli trasmette la passione per il teatro. Nel 1967, durante gli studi liceali, conosce Pierfranco Zappareddu e Maria Rosa Damiani e incomincia così il suo percorso nel teatro. Si avvicina al C.U.T. il Centro Universitario Teatrale e segue i primi corsi di formazione teatrale. Entra a far parte del nascente Teatro Studio che diventerà il gruppo d’avanguardia per antonomasia in quel periodo.  Il lavoro è frenetico. Nei locali della L.A.U.C. in Via Università a Cagliari, nelle aule magnae dei Licei e delle Facoltà, partecipa come attore ai variegati lavori teatrali (Mc Bird da La società liscia di Barbara Garson, Ricorda con rabbia di J. Osborne, L’eccezione e la regola di B. Brecht, Il guardiano, La stanza, Il calapranzi, Festa di compleanno di A. Pinter, un laboratorio sullo spettacolo The brig di K. Brawn. Nel 1969 cura varie messinscene (I due carnefici di F. Arrabal, L’olandese di S. Sanchez e Il prossimo è il Bronx di L.R. Jones, in una trilogia scenica chiamata Il mostro di Harlem con la regia di P. Zappareddu). Nell’anno 1970 è protagonista delle tre versioni prodotte dello spettacolo Marat-Sade di Peter Weiss. Lo spettacolo (con la cantante Giovanna Marini) riceve consensi a livello nazionale. Perugia, Roma, Genova e Milano sono le piazze dei nuovi incontri teatrali. Collabora con le riviste culturali più accreditate di quegli anni. Ritorna a Cagliari  dove organizza seminari su Brecht, Stanislawski, Artaud. Insieme ad Enzo Parodo e Roberto Olla realizza L’albero del riccio dalle favole di Antonio Gramsci ed interpreta il ruolo di Gramsci. Dal 1971 al 1973 recita in testi elaborati in collettivo su canovacci individuali (Le tanche di babbaj di G. Meloni, Il paese dei manganelli ed altri). Ritorna a Milano per partecipare alla produzione nazionale Il popolo non ha paura di Meldolesi e lavora insieme a Piero Sciotto, Ciccio Giufrida e Renato Carpentieri. Nel 1976 pubblica con l’editore STEF, la raccolta di poesie Esperienze, un volume che raccoglie tutto il periodo della avanguardia, dei miti e delle speranze della generazione del “sessantotto”. Organizza récital di poesia e musica e prosegue la collaborazione con riviste letterarie e gallerie d’arte. Prepara cataloghi e organizza incontri poetici presentando le opere dei poeti sardi. Nel 1983 lavora con la Compagnia Teatrale I Medas di Antonino Medas, come organizzatore, addetto stampa e aiuto regista. Recita e produce Nella valle di Lanaittu di Marcialis e Parodo (ispirato a Il paese dei ciechi di H.G. Wells) per il rifondato Teatro Studio con Enzo Parodo. Partecipa allo sceneggiato per RAI Radio 1 della serie I Nobel: “Grazia Deledda” (con L. Mezzanotte, M. Gora, R. Rinaldi per la regia di Marco Parodi). Chiamato a Roma dai registi Fabiani e Onofri  fa parte del cast del film Noistotus, dove recita in lingua sarda, una produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia Sperimentale e di RAI Due. Poi recita in Cinixu, lo spettacolo teatrale che segna la svolta nella storia del teatro sardo. L’allestimento è in circuito nazionale e partecipa al “Festival delle lingue sconfitte” diretto da Ugo Gregoretti. Nel 1987 ha tre ruoli nel primo musical in sardo Badde e Bidda di V. Piras ed E. Parodo. Collabora anche con altre compagnie e a Bruxelles rappresenta Cinixu, collabora poi alla trasmissione della sede regionale RAI per la Sardegna, Pomeriggio a Radio Sardegna dove recita in sardo campidanese 36 fiabe e novelle tradizionali della Sardegna raccolte da Francesco Masala. Scrive e pubblica Storia di una famiglia d’arte: i Medas. Nel 1989 ottiene l’autorizzazione dall’Associazione La Comune di Milano per tradurre ed ambientare a Cagliari la farsa di Dario Fo Un morto da vendere col titolo Su topi, unu mortu in prus. Lo spettacolo è realizzato dal Teatro Studio e resta in cartellone per due stagioni. Nel 1989 è autore testi per la RAI, per Radio Sardegna, per la trasmissione Marchio di Qualità di Roberto Olla curata da Fernando Pilia. Con la poesia Hap’essi bonu deu ottiene la segnalazione al 33° Premio letterario Città di Ozieri e partecipa alla trasmissione Cara Sardegna di Nicola Scano  su Sardegna 1. Pubblica la commedia Su vapori un canto poetico alla società dell’essere e non solo dell’avere e partecipa al Premio Ozieri sezione teatro, dedicata ad Antonio Garau, e vince il primo premio. Su vapori poi viene prodotta e rappresentata dal Teatro Studio. Nel 1995 pubblica  la seconda commedia in cagliaritano dal titolo Su stani (lo stagno) uno spaccato di vita dei pescatori nello Stagno di Santa Gilla di Cagliari. Nel 1996 interpreta l’antologia poetica Mialinu, un’opera di Enzo Parodo in omaggio a Michelangelo Pira. Nel 1998 scrive Billendi, billendi uno spaccato sulla piccola borghesia cagliaritana dal dopoguerra ad oggi (medaglia d’oro al Premio letterario Francesco Alziator), la commedia per ragazzi Il tesoro dell’isola. Recita per la compagnia Humus Teatro nella messinscena Cagliari oh cara con la regia di Gianfranco MazzoniPassione e morte de nostru Signori  Jesu Cristo di Frate Antonio Maria da Esterzili per la Cooperativa Teatro di Sardegna con la regia di Tony Casalonga. Tra le varie collaborazioni, c’è l’interpretazione del ciclope nello spettacolo Il ciclope di Leonardo Sole e Ghjacumu Thiers con la compagnia Akroama con la regia di Lelio Lecis. Nel 2001 scrive la commedia S’avolotu sulla ribellione cagliaritana del 1906. Con il regista Diego Massa sviluppa e porta in scena l’allestimento S’arrebellu. Dal 2002 intensifica l’attività di scrittura di testi per la scena come LuxiAltro che storieSognare Provare CambiareKarelTrilogiaRimasMascaras casteddaiasContus e l’ultima opera in scena nel 2013 dal titolo Ariseru e oi. Presiede l’associazione ARTE per la divulgazione del teatro regionale sardo con una continuativa attività di promozione e alfabetizzazione teatrale, cura progetti drammaturgici sulla drammaturgia etnica sarda e coordina la realizzazione di laboratori socio-culturali nelle scuole e nelle comunità. Partecipa alla presentazione delle novità librarie in Sardegna, collabora alla realizzazione del Premio di poesia sarda Michelangelo Pira, ed è giurato al Premio letterario Città di Cagliari e Città di Donori. Sergio Murru se ne è andato in punta di piedi ma restano le sue opere, resta  il suo sguardo vivace e profondo di studioso sincero e appassionato cultore della drammaturgia in lingua sarda campidanese. ARTE – Associazione Regionale Teatro Etnico 

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