Leggere un romanzo di José Saramago richiede sempre un notevole sforzo mentale. Non è facile entrare in sintonia con il suo stile, seguire le sue frasi complesse e le sue trame spesso intricate. Provo questa sensazione con ogni suo romanzo: "L'Uomo Duplicato", "Cecità", "Il vangelo secondo Gesù Cristo", "L'anno della morte di Ricardo Reis". Tutti libri non semplici da leggere. Ma tutti grandi capolavori. Perché appena ci si abitua allo stile di questo grande autore, è impossibile non rimanere affascinati dalla sua bravura e da quello che racconta. Dei capolavori di genialità.
"Caino" rientra in questo gruppo di romanzi: difficile da leggere ma semplicemente fantastico. Saramago aveva già proposto un'incredibile lettura delle Sacre Scritture con "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", reinterpretando la vita di Gesù dalla nascita alla morte e proponendoci un aspetto più realistico di quest'uomo, con le sue ansie, le sue paure, le sue debolezze di uomo. Questa volta invece l'autore si cimenta con l'Antico Testamento, prendendo Caino come protagonista e muovendolo attraverso diversi episodi famosi che ci vengono narrati nelle Scritture. La storia di Caino più o meno la sappiamo tutti: per gelosia ha ammazzato il fratello Abele, colpevole di essere il favorito da Dio. Caino non nega le sue colpe ma ne attribuisce altrettante anche a Dio: è stato lui a scegliere il fratello come preferito, è stato lui a non scegliere di fermarlo. E Dio in parte riconosce questa sua colpa e condanna Caino a sopravvivere ma errando senza pace per deserti e città. L'uomo si troverà a compiere un viaggio particolare, tra passato e presente, per i vari episodi dell'Antico Testamento: incontrerà Abramo e Isacco giusto in tempo per evitare il sacrificio. Assisterà alla distruzione di Sodoma e Gomorra, dove a morire sono più innocenti che peccatori. Vedrà la separazione delle lingue e la distruzione della Torre di Babele, e via dicendo fino al finale sull'Arca di Noè. E di tutti questi episodi, Caino non farà a meno di notare l'incongruenza e la cattiveria di questo Dio che tutto vede e tutto può: sacrificherà innocenti, scenderà a patti con satana con cui farà anche scommesse, accetterà incesti e ucciderà per suo capriccio tutte le genti del mondo.
Saramago ha un modo semplicemente incredibile di raccontare: buffo e ironico nel descrivere certi aspetti della vita di allora e certi ragionamenti (e ammetto di aver letto il libro canticchiando praticamente sempre nella mia testa "La Genesi" di Guccini) e schietto, crudele e agghiacciante nell'evidenziare le assurdità che si commettono in nome di Dio e da Dio stesso.
Come mi era già successo con "Il vangelo secondo Gesù Cristo", non posso fare a meno di chiedermi che sentimenti ha suscitato o susciterebbe un libro del genere nell'ambiente ecclesiastico o anche solo in un cattolico praticante. Per me, che forse in qualcosa credo ma di sicuro non nella chiesa in quanto istituzione che troppe volte predica bene e razzola malissimo, che vive ancora chiusa in delle idee del medioevo senza la capacità (o la voglia o l'interesse) di adeguarsi al presente, è veramente un libro geniale. Consigliatissimo! Nota alla traduzione: non deve essere stato facile tradurre questo romanzo e la traduttrice ha fatto un buon lavoro.
Titolo: Caino Autore: José Saramago Traduttore: Rita Desti
Pagine: 142
Prezzo di copertina: 8 euro
Editore: Feltrinelli
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