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Caino Sognava solo il martedì

Da Cinabro
Pazienza…
Ecco cosa ci vuole per dimenticare di aver speso una parola in più, significare e non disertare, bastava solo questo.
Per ogni motivo valido cinque storie dementi affioravano al capezzale della ragione e senza spese aggiuntive.
Era quello il ponte ideale per fargli passare anche quel giorno, quella metamorfosi di secondi di una vita, 24 ore di spazio infinito, diverso, mai uguale, improponibile alla paura umana di avere delle certezze.
Come ogni giorno apriva gli occhi, faceva la doccia, cantava una canzone e sorrideva a se stesso nello specchio, questo gli permetteva di evitare di farlo con lo sciame che fuoriusciva da case anonime, torri di scartoffie da conservare e maledire, bollette per il tempo vissuto… Come diavolo fanno a perpetuarsi? Ad avere il coraggio di procreare cloni di se stessi per limitarne lo slancio? Maldestri genetisti.
Era martedì e quindi poteva permettersi di sognare, avanzare nella realtà più leggera e assecondare ciò che capitava, sognare per distinguersi da chi è ammalato di sogni
Caino era ancora un giorno vivo, ma quel giorno poteva sognare, ed era tutto quello che si potva ancora raccattare dove il tempo viene speso ad aver paura dei sogni. Forse aver ucciso il fratello buono è stato un bene, pensava, forse avrebbe dovuto uccidere ogni essere buono sulla terra, poichè c’è molto più dolore e coraggio nel credere a ciò che si vede dentro se stessi invece di sognare un perfetto mondo di bugie.

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